Matteo Salvini è convinto che dopo la Brexit e il trionfo di Trump tutto sia possibile. Anche in Italia. Per il leader della Lega, il blocco “sovranista” può fare anche a meno di Forza Italia se Berlusconi non si schiarisce le idee. «Con le idee e un programma chiaro vai dappertutto», dice. L’importante è confrontarsi subito con le urne.

Ma basterà uniformare le leggi elettorali di Camera e Senato, come dice la Consulta, o serve qualche ritocco più incisivo?

No, mi auguro che si torni al voto al più presto possibile. Se il Parlamento vuole, può uniformare le due leggi in meno di un mese e poi si può mettere in moto la macchina elettorale. Però c’è bisogno di volontà politica. E ogni giorno che passa leggo dichiarazioni e appelli per rimandare il voto con le scuse più varie e strane. Non mi sembra che ci sia tutta questa voglia di tornare alle urne.

Hanno fretta la Lega, il Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia e Matteo Renzi. Un gruppo abbastanza variegato...

A me interessa il risultato finale, ovvero che gli italiani siano rappresentati da un governo e un Parlamento credibili, cosa che adesso non è. E se, almeno sulla carta, questo è anche l’obiettivo del Pd, o di una parte del Pd, spero solo che vadano fino in fondo, visto che hanno i numeri per farlo.

Ma è davvero conveniente per qualcuno tornare al voto con un sistema sostanzialmente proporzionale?

Non ho mai ragionato sulle leggi elettorali in termini di utilità per la Lega. I rischi di ingovernabilità si nascondono dietro a ogni legge elettorale. Il Porcellum ha consentito i ribaltoni. Non è il sistema elettorale che stabilisce le maggioranze.

Però, converrà, saranno necessarie le alleanze. E qual è il campo di gioco della Lega?

Certo che saranno necessarie le alleanze. Il nostro campo di gioco è quello delle forze alternative al Pd e alla sinistra in generale. Siamo in un momento storico in cui, cadute le ideologie, sono i programmi a dover essere condivisi. I temi per noi  determinanti sono: Europa, euro, tasse immigrazione, lavoro. Non pongo limiti alle alleanze.

Ha elencato una serie di punti su cui potrebbe trovare convergenze col Movimento 5 Stelle?

Sul tema immigrazione, i 5 stelle hanno sempre votato col Pd: dalla depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina, alla chiusura dei Cie, all’accoglienza. Il fatto è che Grillo dice una cosa e poi ne fa un’altra, come le posizioni su Trump, su Putin, sulle unioni gay. Un conto è dire e un conto è fare.

Grillo non sembra proprio un anti putiniano. E sull’immigrazione richiamò all’ordine i suoi parlamentari che votarono per l’abolizione del reato di immigrazione clandestina. Non le basta?

Sì, è vero, li richiamò formalmente. Ma i suoi parlamentari, sia in Italia che in Europa, hanno continuato a seguire un’altra strada. Il problema dei 5 Stelle è che se parli con cinque persone ti dicono cinque cose diverse, quindi dovrei capire con chi di quei cinque parlare.

Ha mai provato a parlare direttamente con Grillo?

Ho chiesto un incontro con Grillo in due occasioni diverse, ma la risposta integralista fu: “Non ci interessa perché noi siamo puri”. Come se il resto del mondo fosse infetto. Magari dopo le vicende di Roma sono un po’ più coi piedi per terra.

A proposito di Roma, ha visto la prima pagina di Libero su Raggi?

Sì, può essere di dubbio gusto ma mi fanno ridere le levate di scudi da parte di gente che quando identico, se non peggiore, trattamento è riservato ad altre parti politiche tacciono. Sul Blog di Grillo a volte si legge di peggio.

Torniamo alle alleanze. Non le ho sentito nominare Silvio Berlusconi. Non fa parte del blocco sovranista?

Bisogna chiederlo a lui. Due giorni su tre sento che usano gli aggettivi “populista” e “lepenista” come se si trattasse di un problema, mentre per me non lo è. Bisogna chiedere a loro che identità vogliono avere in futuro. Io la mia ce l’ho ben chiara, loro la stanno cercando. Speriamo che la trovino.

Quindi, ad oggi, l’alleanza con Berlusconi non è all’orizzonte?

A livello locale noi governiamo in Lombardia, Veneto e Liguria.

E questo lo sappiamo...

A livello politico l’alleanza non c’è. A Bruxelles Berlusconi sta governando con Renzi e con Merkel. E siccome quest’Europa comporta che il 75 per cento delle sue decisioni si trasformino in applicazioni per l’Italia, in questo momento per osmosi Berlusconi e Renzi stanno governando insieme. Quindi no, l’alleanza con la Lega al momento non c’è.

Però anche nel suo partito c’è un po’ di confusione in questa fase. Due pezzi da novanta della Lega - Bossi e Maroni - sono convinti che il campo del Carroccio sia il centro destra tradizionale e che a dare le carte sia ancora Silvio Berlusconi. Si sente delegittimato?

No, Maroni governa insieme a Forza Italia ed è ovvio che parli così, ha la percezione della maggioranza che amministra la Lombardia. Io ascolto i consigli preziosi di chiunque ma poi decido con la mia testa. Faccio anch’io il saldo attivo e positivo di quello che a livello nazionale e internazionale l’alleanza con Berlusconi ha portato di buono agli italiani, ma non sta scritto sulle tavole della Bibbia che io debba allearmi a tutti i costi con Forza Italia. Se Berlusconi vuole rimanere in questa Unione europea, con questa moneta unica, con queste direttive sulle banche e sul commercio non può pensare di farlo con me.

Crede di poter battere il Pd e il M5S alleandosi solo con Fratelli d’Italia?

La lezione del 2016, sia della Brexit che di Trump, insegna che volere è potere. Con le idee chiare e un programma chiaro vai dappertutto.

Lo pensa anche Grillo, come farete a contendervi lo stesso elettorato?

Vedremo chi sarà più credibile, oltre che come protesta anche come buon governo. Ripeto, la Lombardia e il Veneto sono fiori all’occhiello.

Il Veneto è così tanto “fiore all’occhiello” che in molti pensano a Luca Zaia come candidato ideale per unire il centro destra. Sarebbe disposto a rinunciare alla leadership per lasciare spazio a un governatore del suo partito?

Son dibattiti che appassionano i giornalisti, noi siamo un movimento in cui si parla quotidianamente e in cui ci si guarda in faccia. Luca Zaia sta governando bene il Veneto. Quando si voterà ne riparleremo.

Le primarie nel centro destra sono impossibili?

Per me sono doverose, spero solo che Forza Italia capisca che non ci sono più leadership calate dall’alto.