Berlusconi è pressato per un atteggiamento soft se non di appoggio esterno al governo che verrà, si dice, anche dalla sua stessa azienda ( rispetto alla quale però al referendum ha fatto il contrario di quello che preferiva Confalonieri) e pressato nel mondo politico da importanti settori del Pd, capitanati da un big come Dario Franceschini - la cui opposizione alla voglia di Renzi per un voto immediato si è saldata con quella della minoranza dem - Silvio Berlusconi sta ribadendo la sua centralità anche per il dopo referendum e la crisi di governo. Ma il Cav, dicono dentro Forza Italia, si fida solo di Sergio Mattarella. E però l’ex premier e presidente di Forza Italia sta dimostrando con le dichiarazioni del suo stato maggiore di resistere allo stesso pressing che verrebbe pure dal Colle per un suo coinvolgimento esterno in un esecutivo istituzionale, magari presieduto da Pietro Grasso. Questo, qualora la opzione principale di Mattarella che sarebbe un Renzi bis ma senza elezioni a breve, dovesse naufragare. Chiarissimo il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta: « Da Forza Italia nessuna fiducia ad alcun esecutivo. Al voto dopo la nuova legge elettorale » . Chiarissimo Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato che a Il Dubbio scandisce: « No, no e poi no! Abbiamo preso solo calci in faccia con la responsabilità dimostrata con i governi Monti e Letta e poi con il Patto del Nazareno con Renzi! Ci siamo presi la legge Severino, Berlusconi è stato cacciato dal Senato. Abbiamo perso voti, scendendo dal 25 per cento al 13 per cento. Ora basta. Dire sì significherebbe sfasciare il partito e il centrodestra. Lo dico io, Brunetta e anche Paolo Romani ( capogruppo al Senato ndr) un po’ più moderato di solito di Brunetta » . Infatti Romani afferma: « Niente inciuci, legge elettorale e voto « . Su eventuali nuovi premier del Pd, Gasparri risponde a “ Un giorno da pecora”: « Franceschini sarebbe il meno peggio. Ma niente appoggi » . Insomma, no di Forza Italia a coinvolgimenti in nuovi esecutivi su tutta la linea. Anche se, si fa notare in ambienti azzurri, che a Mattarella Berlusconi ha comunque assicurato prima del referendum niente sfracelli in caso di vittoria del No, ma atteggiamento responsabile. E quindi alla fine l’atteggiamento che prevarrà sembra essere quello di un’opposizione responsabile, disposta a trattare « solo sulla legge elettorale » .

Ma intanto Berlusconi guidando la delegazione, insieme con Brunetta e Romani, attesa al Colle per domani alle 16, ribadirà anche scenograficamente la sua nuova centralità nella politica italiana, dopo essere stato “ determinante”, come lo stesso ex dc Franceschini, non solo sodale di Mattarella, ma da sempre in buoni rapporti con Gianni Letta e lo stesso Cav, ha riconosciuto, nella sconfitta del Sì al referendum. E Berlusconi da uomo di impresa non ama mai perdere e comunque non è personaggio al quale va bene comunque partecipare. Quello che dicono i suoi rispecchia ovviamente il suo pensiero e il suo orientamento, ma lui in ogni caso starà già pensando a come far valere la sua centralità anche della nuova partita della crisi di governo.

Due cose sono più che mai all’attenzione del 4 volte premier: la sentenza della Corte europea di Strasburgo, sulla quale è attesa la controrelazione del nuovo governo, sulla sua eleggibilità e la legge elettorale proporzionale. Chi potrebbe essere il premier che più gli assicura di portare a casa una legge così che lo libererebbe dalla camicia di forza degli alleati che chiedono primarie e con i quali potrebbe coalizzarsi ancora ma avendo lui sempre in mano il boccino del centro- destra con il trattino ( come è stato scritto sere fa per la prima volta in una nota da Arcore)? Certamente non un Renzi bis. Ma no anche sugli altri, allo stato la linea è: basta svenarsi con altri esecutivi. Berlusconi quindi è disposto a trattare solo sulla legge elettorale. Ma chi conosce bene le cose del mondo azzurro e del suo leader fa anche notare che alla fine nei fatti ci potrebbe essere un appoggio sulle cose del nuovo governo, se a Berlusconi quelle cose andranno bene. Appoggio mascherato? « Si chiama opposizione responsabile » , rispondono dentro Fi. Quella che in fondo aveva assicurato a Mattarella. L’unico di cui in questo momento si fida.

PAOLA SACCHI