Con quell'aria azzimata da notabile di provincia, l'eloquio tranquillo e le movenze controllate, François Fillon è sempre riuscito a coltivare l'immagine pubblica del politico rassicurante, del moderato che tiene a bada le tentazioni più radicali della destra. La mancanza di carisma, per uno come lui, non è mai stata un problema. Anzi.Anche quando per cinque lunghi anni ha fatto il primo ministro all'ombra dell'ingombrante Sarkozy, il presidente spaccone tutto chiacchiere e distintivo che prometteva di rivoluzionare la società francese e che, invece, è finito nel dimenticatoio della politica, con mestizia, giustiziato senza stati d'animo proprio da quel suo ex soldatino di piombo oggi diventato il gran favorito per la corsa all'Eliseo.Se i media lo descrivono come un argine al populismo che in questi tempi cupi sta circolando anche nelle vene della destra post-gollista, non è affatto scontato che la sua ascesa rappresenti un ritorno verso il centro del baricentro politico. Per molti versi Fillon è decisamente più a destra di Sarkozy. Negli anni in cui era premier, si lamentava spesso con i suoi fedelissimi del fatto che il presidente alzasse la voce senza motivo, che avesse un approccio "isterico" ai dossier senza mai realizzare fino in fondo i suoi proclami, quello che lo disturbava era la "volgarità", il bullismo, una questione di forma, insomma. Ma anche un po' di sostanza. Non ha mai amato la retorica della "rottura" e della "svolta", la propaganda del "rinnovamento", il modernismo esibito da politico 2.0, l'impianto in fondo post-ideologico dello stile di Sarko, che ha avuto tratti classicamente populisti e para-autoritari ma ha sempre professato l'idea di conquistare l'elettorato in modo trasversale, di tanto in tanto ammicando anche sinistra. E poi proprio non riusciva a digerirne l'atlantismo e il conflitto con la Russia di Vladimir Putin che, tra le altre cose, è un suo grande amico. Curioso: se Fillon andrà al ballottaggio con Marine Le Pen, la Francia avrà un presidente filo-russo, che con l'America di Trump formerebbe un inedito terzetto diplomatico e una ancora più inedita composizione del prossimo Consiglio di sicurezza. Suggestioni, che però sembrano sempre più concrete nella stagione delle grandoi sorprese politiche, dalla Brexit alle elezioni Usa.«François Fillon viene da una Francia dolce, temperata, dove però galleggiano dei vapori reazionari, mai totalmente dissipati. Non c'è un uomo che esprima meglio di lui tutte le anime della destra: conservatrice sui diritti civili, identitaria, cristiana, anti-musulmana, ultraliberista in economia», scrive il giornalista Claude Askolovich. Basta dare un'occhiata al programma con cui si è presentato alle primarie: libertà di licenziamento e sgravi fiscali per le imprese, fine della settimana di 35 ore lavorative, aumento dell'età pensionabile da 62 a 65 anni, diminuzione di un terzo degli assegni di disoccupazione, riduzione complessiva della spesa pubblica di 110 miliardi in cinque anni. Da buon cristiano, l'unica concessione sul welfare è un generico aiuto fiscale alle «famiglie», in quanto «fondamento della società». Pochissime righe sulla questione ambientale mentre in compenso c'è la volontà di consolidare la filiera nucleare, aumentando i tempi di sfruttamento delle centrali da 40 a 60 anni.Sul fronte della sicurezza Fillon sostiene la linea della repressione, è favorevole alla revoca della cittadinanza per i francesi che partono per arruolarsi in siria e Iraq, alla riduzione delle garanzie per i sospetti di terrorismo, all'estensione dei poteri della magistratura inquirente e vuole creare un superministero dell'interno che accorpi polizia nazionale, gendarmeria, agenti penitenziari e doganali. Inoltre ha promesso che anche la polizia municipale girerà armata e che intende costruire nuove prigioni speciali per i jihadisti. Tra le misure che fanno più discutere c'è il divieto di manifestazione nei luoghi pubblici che le autorità «non sono in grado di proteggere», una chiara sfida alle organizzazioni della sinistra politica e sindacale in uno dei paesi dell'Unione europea in cui ci sono più cortei e scioperi. Una destra di mercato e devota al culto dell'ordine e della disciplina, gelosa della sua identità franco-francese che nasconde sotto la bandiera più presentabile della "laicità", come nella triste crociata contro il burquini, uno dei punti più bassi della politica transalpina degli ultimi decenni. Fillon, naturalmente, ha annunciato che se sarà eletto varerà una legge che vieterà il controverso costume dalle spiagge del paese.Sui diritti civili dice che non toccherà la legge sui matrimoni omosessuali anche se è ferocemente contrario alle adozioni, come all'utero in affitto.Le primarie di François Fillon sono state dunque un trionfo, reso ancora più dolce dall'ennesimo, clamoroso flop dei sondaggisti: ha vinto al primo turno con il 42%, 15 punti in più di quanto previsto da tutti gli istituti; 12 punti più di Alain Juppé, il favorito della vigilia, 18 più del malconcio Sarko che ha ammesso la sconfitta, chiedendo peraltro ai suoi di votare proprio Fillon al ballottaggio di domenica prossima. Solo un miracolo a potrebbe salvare Juppé da una sconfitta certa e togliere a Fillon una vittoria che a questo punto non può più sfuggirgli di mano.