«Esistono libri che fanno provare un amore più intenso di quello conosciuto, un coraggio più scatenato di quello sperimentato. Dev'essere l'effetto che fa l'arte: supera l'esperienza personale, fa raggiungere al corpo, ai nervi, al sangue, traguardi sconosciuti». Con queste parole il protagonista dell'ultimo romanzo di Erri De Luca, La natura esposta (Feltrinelli), esprime il proprio coinvolgimento di fronte al crocefisso di marmo che è chiamato a restaurare, un processo di avvicinamento che travalica tempo e censura sia con il soggetto della scultura, cristallizzato nell'istante dell'estremo sacrificio, che con lo scultore stesso. Parole che suonano anche come una riflessione personale sugli effetti che scaturiscono dalle profondità originarie del fare artistico.Erri De Luca, il suo ultimo romanzo, La natura esposta,  si incentra in modo particolare sulla corporeità della figura cristiana...Il crocefisso in marmo di questa storia è un corpo da avvicinare e da liberare di una copertura che nasconde una parte della sua sofferenza.La voce narrante afferma che «la divinità vuole essere bussata, interrogata». Nonostante si professi non credente, sembra che lei abbia comunque un suo modo personale di interrogare il divino. È un'impressione fondata?Non interrogo il divino, non posso rivolgermi con il tu della relazione. Nella storia sacra ci sono interventi della divinità che rispondono a una chiamata dal basso. Nel libro dell'Esodo la sofferenza di Israele nella schiavitù in Egitto grida alla divinità che risponde, perché chiamata.Ne La faccia delle nuvole ricorda che Gesù è un clandestino fin dalla tenera età. Ne La natura esposta, in riferimento ai minori che giungono nel nostro Paese, si legge: «Senza l'esperienza, vedo ai piedi dei bambini in viaggio le scarpe dei profeti. I loro passi annunciano il presente tra gli orchi, le uniformi, gli storditi». Cosa pensa del nostro presente, delle politiche italiane sull'immigrazione e l'accoglienza?Non ci sono politiche, c'è un pronto soccorso in mare e un lasciar fare in terra. L'Europa ci sovvenziona per farci identificare gli sbarcati. Niente di questo provvede alla gestione del flusso migratorio, a impedire la speculazione sul corpo umano diventato la merce di contrabbando più redditizia da trasportare sul Mediterraneo.Con l'elezione di Trump, nel mondo si sta imprimendo una consistente svolta autoritaria e xenofoba. La paura è il sentimento più umano ma può condurre alle azioni più inumane. Cosa pensa degli scenari che si vanno dischiudendo?La elezione di questo presidente USA è un affare interno americano, riguarda meno tasse e più isolamento dagli impegni esteri. La paura è una febbre che si cura solo con il coraggio. Chi specula sulla paura intende introdurre limitazioni ai diritti di libertà e di uguaglianza. La destra specula sulla paura perché non ha altri argomenti.Lei ha sostenuto il movimento No Tav in un momento in cui pochi intellettuali e scrittori si interessavano della questione. Le sue opinioni le sono costate un processo conclusosi con un'assoluzione. È uscito recentemente il volume Un viaggio che non promettiamo breve, di Wu Ming 1, dedicato appunto alle lotte dei No Tav. Ritiene che il suo appoggio abbia contribuito ad attirare l'interesse di una porzione maggiore di opinione pubblica?Quel processo ha allargato la conoscenza sulle ragioni di quel movimento popolare di legittima difesa. Non sono stato il suo portavoce, ma il suo altoparlante, che ha potuto rilanciare il loro segnale più lontano. Quella perforazione oscena di montagne amiantifere prosegue pur sapendo che non si realizzerà mai quell'opera. Del resto le esecuzioni incompiute di grandi opere pubbliche sono centinaia in Italia e servono a trasferire denaro a favore di ditte legate ai partiti. Si chiama corruzione e il nostro Paese guida la fila in Europa.Oltre che scrittore, lei ha approfondito anche il mondo del teatro e del cinema. Il Nobel 2016 per la Letteratura è andato a Bob Dylan. Pensa che il concetto di letteratura stia diventando più inclusivo?La letteratura racconta storie. Nel caso di Dylan la giuria ha evidentemente ritenuto che i testi delle sue canzoni sono poesie che si reggono anche senza la musica. Personalmente preferisco i testi di Leonard Cohen, poeta prima che cantante.In un'intervista ha dichiarato di svegliarsi presto tutte le mattine per leggere e tradurre dall'ebraico antico. Anche per la narrativa usa la medesima disciplina, o prevale in questo caso una maggiore improvvisazione a livello di organizzazione e ispirazione?Se ho una storia da scrivere preferisco la mattina presto, dopo le letture. Altrimenti ogni luogo e momento sono adatti allo strano raccoglimento interiore della scrittura.Cosa significa per lei la precisione in relazione alla scrittura?La condizione minima necessaria: uno scrittore deve usare il vocabolario nella maniera più appropriata, esatta, dunque precisa. Questo costituisce lo stato di tensione della pagina. Sono più lettore che scrittore e so perciò che il lettore non ammette approssimazione.