Delle nomine incendiarie, che orientano tutta a destra l'imminente amministrazione Trump e confermano le paure della vigilia.Atro che moderazione: i primi uomini chiave selezionati dal presidente eletto sono dei falchi conclamati; il deputato "neocon" del Kansas Mike Pompeo a capo della Cia, l'ultraconservatore Jeff Session alla Giustizia, il generale in pensione Michael Flynn Consigliere della Sicurezza Nazionale. Scelte inequivocabili, le più indicate per demolire senza troppi rimorsi e in gra fretta il lavoro della presidenza Obama e proiettare l'America in una nuova, muscolare dimensione politica.Pompeo, 52 anni, è approdato al Congresso nelle elezioni di mid-term del 2010 sospinto dalla valanga di voti dei Tea-party, una radice che condivide con il cristianissimo vicepresidente Mike Pence, suo grande amico e sponsor politico. Alle spalle di Pompeo, nato nell'enclave (di lusso) repubblicana di Orange County c'è il sostegno finanziario degli influenti fratelli Koch, miliardari vicini all'ala più estrema del partito.Da membro della commissione Intelligence della Camera si è opposto strenuamente all'accordo nucleare con l'Iran che considera «il principale sponsor del terrorismo» e ha più volte evocato la possibilità di un change regime a Teheran. Appena saputo della prestigiosa nomina ha commentato così sulla sua pagina Twitter: «Non vedo l'ora di smantellare l'accordo congli iraniani». Menbro "a vita" della Rifle Association (la potente lobby delle armi da fuoco), Pompeo si è sempre opposto alla chiusura di Guantanamo e ha difeso le controverse intercettazioni della Nsa all'origine dello scandalo Datagate. Insomma, un osso durissimo.Non gli è da meno il prossimo Attorney General; nato 69 anni fa a Selma in Alabama (la città della celebre marcia di Martin Luther King), Jeff Session è l'architetto delle politiche anti-immigrazione sbandierate da Trump in campagna elettorale, dalle deportazioni al muro di separazione, è considerato dalla rivista conservatrice National Review «il più acerrimo nemico di ogni sanatoria», al Senato ha votato contro ogni provvedimento che regolarizzasse i migranti senza visto di soggiorno. Session, che nel 1986 si vide bocciata dal Congresso la sua nomina a giudice federale perché accusato di razzismo a causa di alcune dichiarazioni "comprensive" nei confronti del Ku Klux Klan. Il New York Times, che ricorda quanto dalle rivolte di Fereguson del 2012 sia delicato e potenzialmente esplosivo il rapporto tra le autorità federali e la comunità afroamericana, ha definito «inquietante e provocatoria» la sua nomina.Infine il 57enne Michael Flynn, ex generale dell'esercito, sarà il responsabile della Sicurezza nazionale, uno dei ruoli più importanti nella politica estera del Paese; nel 2014 era stato "licenziato" da Barack Obama che lo allontanò dai vertici della Dia (Defense Intelligence Agency) per via di alcune prese di posizione contro i mususulmani e sulla «debolezza» dell'amministrazione democratica verso il terrorismo jihadista. Isolazionista, simpatizzante del presidente russo Vladimir Putin è titolare di una società di consulenza di intelligence che fornisce servizi a società straniere, la Flynn Intelligence Group (Fig), fondata nel 2014, dopo aver lasciato la Dia, insieme a Bijan R. Kian, figura di spicco della comunità iraniana negli Usa.