Un bel giorno ci svegliamo e scopriamo di essere nell'anno 2180. È quello che speriamo possa accadere a una ragazza inglese di 14 anni. Affetta da una forma rara di cancro, ha ottenuto il consenso dell'Alta Corte di Londra per la sua ibernazione post mortem. Di suo pugno aveva scritto una lettera ai giudici spiegando di aver studiato l'argomento su internet: «Ho solo 14 anni e non voglio morire ma so che accadrà. Penso che la criopreservazione possa darmi una chance di essere curata e risvegliata, anche tra 100 anni. Non voglio essere sotterrata. Voglio vivere e penso che in futuro possano trovare una cura per il mio cancro. Questo è il mio desiderio».Il giudice che ha pronunciato la sentenza, Peter Jackson, racconta di aver visitato la ragazza a ottobre poco prima che morisse. «Sono stato toccato dal coraggio con cui affrontava il suo dilemma e il suo destino», ha spiegato alla Bbc il giudice. Il corpo della giovane è stato portato negli Usa e sottoposto ai procedimenti di crioibernazione. Per effetto di libri e film, siamo abituati a pensare che la criogenesi avvenga su soggetti ancora vivi, le cui funzioni vitali vengono rallentate e mantenute costanti grazie alla bassa temperatura. In questo caso però, l'obiettivo è quello di preservare intatti gli organi e i tessuti, nella speranza che un giorno la medicina possa resuscitare un corpo mantenuto in perfette condizioni.«È un tema confinato alla fantascienza, ai film. Si ibernano i pesci per mangiarli in condizioni ottimali, ma quando li scongeliamo non tornano di certo in vita. In più, questo caso in particolare riguarda una ragazza con un cancro in fase terminale, quindi con un fisico ancora più debilitato. Un'opzione se possibile ancora più inutile, dunque, che per una persona sana», commenta il genetista Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Ma 500 anni fa qualcuno pensava che potessimo volare, ad eccezzione di Leonardo da Vinci? O che potessimo parlare con una persona lontana migliaia di chilometri e vederne persino la faccia?L'adolescente aveva una storia familiare complicata. Non parlava da otto anni con il padre con cui aveva litigato al momento del divorzio dei genitori, e viveva a Londra con la madre. Per ricevere anche il consenso paterno ed essere crioibernata ha rivisto, poco prima di morire, il padre, contrario all'ibernazione: «Anche se mettiamo il caso si svegliasse tra 200 anni», obiettava durante il contenzioso, «sarebbe completamente sola, in un paese sconosciuto e forse non ricorderebbe nulla».Secondo quanto riferisce l'Alcor in Arizona, il centro specializzato in crioibernazione che ha trattato il corpo della ragazzina britannica, la gente crede che in futuro avverranno cose impensabili. I dati lo dimostrano: la Alcor vanta 1583 soci, di cui circa un migliaio hanno completato le pratiche per la loro ibernazione post mortem. E a Scottsdale, Arizona, 104 corpi machili e 39 corpi femminili aspettano all'interno di cabine congelate di essere resuscitati. Magari nel 2180.