Antonio Logli andrà a processo per l'omicidio della moglie Roberta Ragusa con il rito abbreviato. Lo ha stabilito il gup di Pisa, accogliendo la richiesta dei difensori di Logli e mettendo in calendario l'udienza per il prossimo 2 dicembre.Torna nelle aule di giustizia un giallo mediatico che ha segnato come pochi l'immaginario dell'opinione pubblica. Torna, nelle vesti del colpevole perfetto, Antonio, il marito fedifrago, anche se, dalla sbarra del tribunale del popolo della nera-gossip, non si è mai allontanato.Torna, dopo i casi di Francesca Benetti e Guerrina Piscaglia, la questione dell'impossibilità di accertare un omicidio in assenza del corpo della vittima o di elementi biologici, come una perdita ematica significativa e fatale, riconducibili a una morte violenta. Ma torna strascicata stancamente, come una poesia recitata a memoria, fino ad aver perso il reale significato. Residuato antico che non ha impedito ad Antonio Bilella di essere condannato all'ergastolo per aver assassinato Francesca e fatto sparire il suo cadavere e don Gratien Alabi a ventisette anni per aver fatto lo stesso a Guerrina, senza che i resti di entrambe siano mai stati ritrovati.Torna in tribunale la storia di Roberta, ma senza Roberta, di cui si può solo ipotizzare la morte. Scomparsa a quarantaquattro anni dalla sua abitazione di San Giuliano Terme, a Pisa, la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 è stata come inghiottita nel nulla. Il marito ha dichiarato di essersi accorto della sua assenza solo alle 6,45 di mattina, dopo una notte di sonno iniziata sul divano mentre lei, in cucina, stirava i panni come ogni sera della loro vita insieme. Non un biglietto a salutare i due figli o una goccia ematica da cui partire per cercare un cadavere. Nessun effetto personale, nemmeno il telefonino, la borsa o il portafogli, portati via con sé in un'atipica fuga volontaria da un tetto coniugale infelice. Perché infelice doveva essere, dal momento che Antonio aveva da anni una relazione con Sara Calzolaio, la baby-sitter e dipendente dell'autoscuola di famiglia (intestata a Roberta), tresca di cui pare molti fossero a conoscenza, ma non Roberta, fino alla sera in cui si presume sia stata uccisa.Cercata ovunque, la Ragusa, dalla vicina base militare statunitense al piccolo cimitero di Orzignano, con dispiego di mezzi tecnici (il georadar) e il coinvolgimento dell'esercito e di decine di volontari. Un fantasma inseguito dagli inquirenti nelle sue discusse apparizioni: il vicino di casa Loris Gozi ha dichiarato di aver visto Antonio in strada la notte della scomparsa. Litigava con una donna e la faceva salire in macchina con la forza. Era Roberta, quella donna? Ha mentito Antonio Logli dicendo di essere rimasto in casa?Lo immagina Gozi, anche se di fatto non lo prova, e con lui tutti quelli che hanno costruito addosso a Logli l'identikit del bugiardo patologico e traditore. Un identikit che calza a pennello, frutto di una perizia criminologica da bar che poggia su un dato incontrovertibile: dopo la morte di Roberta, Logli si è messo "l'amante in casa", portando Sara a vivere con i figli di Roberta. Una perizia che non regge in tribunale, dove la testimonianza di Gozi non viene ritenuta abbastanza per un'imputazione di omicidio. Tanto più che ci sono stati altri avvistamenti, con Roberta viva e vegeta il giorno dopo la scomparsa.È il 6 marzo 2015 e per Logli il gup nega il rinvio a giudizio. Non è "compiuta" la "dimostrazione della morte violenta" e c'è una "complessiva fragilità degli elementi indiziari". Logli, alla lettura della sentenza, non trattiene un sorriso e i colpevolisti si scatenano: eccola, messa in bella mostra dall'analisi comunicazionale forense, quella che tutti abbiamo visto solo in tv, a Lie to me, la faccia del colpevole che ride per averla fatta franca.Le procure di Firenze e Pisa fanno ricorso, assieme ai familiari e all'associazione Penelope e la Cassazione annulla il proscioglimento.Logli sceglie il rito abbreviato. I colpevolisti vanno a nozze con il rito abbreviato, che viene dipinto come l'autostrada del reo verso lo sconto di pena. Vero è che Logli, in assenza di nuovi elementi, torna alla sbarra esattamente come nel 2015: un marito traditore, probabilmente un bugiardo, ma un presunto assassino senza l'elemento distintivo, una vittima.