Il presidente russo Vladimir Putin continua a mietere successi in tutte le elezioni cui non partecipa. È ancora fortissima l'eco dell'ascesa alla Casa Bianca di Donald Trump, accompagnato da tutte le polemiche sui suoi presunti rapporti con il Cremlino (e con le azioni antiamericane dei suoi hacker, secondo le tempeste scoppiate in campagna elettorale), che candidati filorussi sono andati a vincere le elezioni presidenziali in Paesi chiave per i più stretti e vicini interessi di Mosca: la Bulgaria e la Moldavia. Vittorie alle presidenziali che hanno già portato alle dimissioni dei rispettivi governi filoeuropei e condurranno a elezioni anticipate, che potrebbero cambaire sensibilmente gli equilibri in tutta l'Europa dell'est.In Bulgaria è risultato eletto il candidato filo-russo dell'opposizione socialista, il 53enne ex comandante dell'Aeronautica militare, Rumen Radev. Un successo che dovrebbe attestarsi al 59% dei voti. Radev è amico di Vladimir Putin e fautore di un riavvicinamento con Mosca, e ha battuto la candidata del partito liberalconservatore al governo Gerb, Tseska Tsaceva. Il premier ha subito annunciato le proprie dimissioni. La sconfitta suona come un no anche a Ue e Nato. Tecnicamente a Sofia il presidente ha un ruolo soprattutto rappresentativo, ma il messaggio politico è piuttosto forte.Situazione del tutto analoga in Moldavia/Moldova. Igor Dodon, esponente della minoranza russa, ha vinto le prime elezioni presidenziali dirette con il 55% battendo la rivale filo-occidentale e filo-romena Maia Sandu, ex funzionaria della Banca mondiale, fermatasi al 44%. Questo nonostante la Moldavia sopravviva grazie agli aiuti della vicina Romania membro di Ue e Alleanza atlantica ed abbia truppe di Mosca sul proprio territorio a difesa della minoranza russofona, con alcune aree del Paese che di fatto sono indipendenti. «Prometto che sarò il presidente di tutti, per coloro che si considerano di destra e per coloro che si considerano di sinistra, per chi vuole l'integrazione europea e per coloro che vogliono stretti rapporti con la Russia», ha detto il 41enne in conferenza stampa, sottolineando di aver capito le responsabilità di essere il nuovo Capo di Stato. In entrambi i Paesi ha pesato anche la rivolta anti-establishment e la denuncia di corruzione, povertà e anche delle sanzioni occidentali contro la Russia, percepite come un'ingiustizia ma soprattutto come un danno economico anche per i due Paesi confinanti con la Russia.Tra i primi commenti positivi ovviamente è arrivato proprio quello di Mosca, che in particolare per la Bulgaria si è soffermata sull'opportunità di rilanciare lo sviluppo del gasdotto South Stream, progettato per portare il gas russo nel Paese attraverso il Mar Nero, interrotto per le tensioni in Ucraina.Da aggiungere che nei giorni scorsi sono stati sventati due attacchi (o forse colpi di Stato) preparati da gruppi estremisti in chiave filo-russa (con o senza la complicità di Mosca) in Serbia e in Montenegro. Alla collezione di Putin poi non va negata la presenza di Bashar Assad, che i soldati di Mosca hanno riportato alla guida della Siria.