C'è posto anche per Virginia Raggi, nel pantheon di Steve Bannon. Fondatore di Breitbart News (sito piattaforma dell'ultra-destra statunitense), Bannon è noto per le sue idee nazionaliste condite dall'odio per i politici, ma soprattutto per le sue posizioni estreme: dal suprematismo bianco agli attacchi contro i neri, gli ebrei, i musulmani e le donne. In questi giorni, il suo nome sta rimbalzando sui media di mezzo mondo dopo che il neoeletto Donald Trump lo ha promosso da capo della sua macchina elettorale a chief strategist, capo consigliere della Casa Bianca.Per Virginia Raggi, però, Bannon ha messo da parte la sua nota misoginia («Il femminismo rende le donne brutte? », «Nessun pregiudizio contro le donne nei settori tecnologici, fanno solo schifo nei colloqui» e «La contraccezione rende le donne pazze e poco attraenti» sono solo alcuni dei titoli degli articoli pubblicati sul suo sito), raccontandone l'ascesa e il trionfo e salutandola come la prima donna sindaco della Capitale, «la Trump di Roma». Il suo aggettivo preferito per descriverla è «populista».Su Breitbart News, il nome della sindaca Raggi è citato in ben 345 articoli, nei quali viene definita «l'elegante brunetta che guida la rivolta populista di Roma» e la «telegenica candidata populista del Movimento 5 Stelle». Il sito dell'ultradestra americana ha seguito con attenzione la campagna elettorale di Raggi, lodandone soprattutto la spinta anti-establishment. Un appoggio spassionato e l'esaltazione della sua vittoria, descritta come una «tempesta che ha preso Roma, con una vittoria schiacciante». E ancora, «La sindaca è stata ufficiosamente ribattezzata "sua maestà la papessa" mentre salutava i suoi fan adoranti con un saluto che ricordava la benedizione del Papa. Lei però dimostra di non gradire l'adulazione, insiste per non essere chiamata "sindaca" e afferma: "chiamatemi solo Virginia"».Insomma, la cosiddetta Alt Right - la destra alternativa al vecchio Great old party repubblicano - da mesi strizza l'occhio ai grillini, ricambiata dallo stesso Beppe Grillo che, all'indomani delle elezioni americane, ha definito quello di Trump un «VDay pazzesco» e aggiunto che «ci sono delle quasi similitudine tra questa storia americana e il Movimento». Un feeling nemmeno troppo dissimulato. Luigi Di Maio ha provato a smorzare, ripentendo a chi attribuiva al movimento patenti "trumpiste" che «il M5s è una forza politica unica», ma senza successo, soprattutto dopo che i primi piani della Raggi «elegant brunette» e i titoli osannanti su Breitbart News sono stati ripescati dall'archivio on-line del sito.Intanto, Oltreoceano, il «ciclone Bannon» ha unito nell'indignazione democratici e anche una parte dei repubblicani: la dem Nancy Palosy ha definito la nomina un «segnale allarmante, perchè il presidente sembra rimanere ancorato alla propaganda di odio e divisione», mentre John Weaver, consigliere del governatore conservatore dell'Ohio John Kasich ha invitato a «esserte vigili perchè un razzista, un fascista dell'estrema destra entra alla Casa Bianca. Reazioni durissime sono arrivate anche dalle comunità ebraiche e musulmane d'America, che hanno stigmatizzato i feroci attacchi xenofobi subiti negli anni dal Breitbart News: «Questa nomina rende l'appello all'unità pronunciato da Trump una presa in giro», ha attaccato il Council on American-Islamic Relations, sostenuto dalle principali associazioni ebraiche che hanno già chiesto l'allontanamento di Bannon.A gioire, invece, è il presidente dell'American Nazi Party, Rocky Suhayda, che ha ammesso: «forse The Donald fa davvero sul serio». E, in attesa dell'insediamento del tycoon, il Ku Klux Klan ha definito quella di Bannon una «scelta eccellente» e ha annunciato per il 3 dicembre una "Victory Klavalkade Klan Parade", la marcia della vittoria dei suprematisti bianchi.

Giulia Merlo