Se è vero che gli estremi si attraggono, niente come l'elezione di Donald Trump a 45esimo presidente degli Stati Uniti lo sta dimostrando. Il tycoon che ha conquistato la Casa Bianca piace agli statunitensi che lo hanno eletto, ma anche agli storici nemici del Cremlino; al presidente turco Erdogan ma anche ai curdi oppositori di Erdogan; ai suprematisti bianchi e cristiani del Ku Klux Klan ma anche ai gruppi terroristi di matrice islamica. Sì perché molti leader di al Qaeda, dell'Isis e dei Talebani hanno usato Twitter per spiegare ai jihadisti di tutto il mondo perché la scalata a Washington di Trump sia una bella notizia. Site, sito americano di intelligence che monitora l'attività dei jihadisti sui social, ha seguito i loro account a cominciare da quelli vicini ad Al Qaeda, fra cui uno dei più condivisi recita: «L'11/9 l'America è stata colpita da un disastro ad opera di al Qaeda, il 9/11 l'ha colpita un disastro dei suoi elettori».La galassia jihadista esulta per due motivi: perché non crede nel buon esito della presidenza Trump e perché la sua retorica bellica e anti-musulmana è la miglior fonte di reclutamento di futuri combattenti. «La vittoria di Trump sarà probabilmente un male per noi nel breve periodo. - scrive (in inglese) su Twitter l'egiziano Tariq Abdel Haleem, uno dei più seguiti sheick del jihad - Invece, a lungo termine, sarà meglio per i musulmani perché Trump rovinerà l'America». Sulla stessa lunghezza d'onda si pone il giordano Abu Muhammad al Maqdisi, considerato dalle intelligence occidentali il più importante teorico vivente del jihad: «Iniziano adesso la frammentazione dell'America e l'era del suo declino» ha twittato.Se al Qaeda esulta, l'autoproclamato Stato Islamico non è da meno. Sul sito di al Minbar Jihadi media network, ritenuto vicino alla propaganda del Califfo, campeggia l'invito ai musulmani a «gioire con l'aiuto di Allah e accogliere la buona nuova dell'imminente caduta degli Stati Uniti per colpa di Trump». La teoria degli autori del post è che «l'odio dei musulmani verso l'America crescerà per colpa delle sconsiderate azioni di Trump, che sveleranno l'odio sincero che gli americani provano per loro che finora è rimasto nascosto». Un eventuale vantaggio che Hamza al Qaribi, portavoce del gruppo Jabhat Fatah al Sham, una delle milizie jihadiste che combatte in Siria sotto il cappello di al Qaeda, sintetizza in un tweet: «Da adesso in poi non abbiamo più bisogno che i nostri media svelino le macchinazioni dell'Occidente. Ci basterà re-twittare Trump».I jihadisti sperano che il presidente Trump continui la campagna anti-musulmani del candidato Trump, in modo che i «nostri fratelli in America» si sentano sempre più alienati nelle loro città e si avvicinino così alla causa del jihad. Trump ha più volte indicato nel terrorismo islamico il pericolo più grande che la sua amministrazione vorrà combattere e ha indicato soluzioni islamofobe, oltre che difficilmente realizzabili. Per esempio Trump ha proposto di impedire l'immigrazione in America di persone di fede musulmana e ha dichiarato di approvare il waterboarding, pratica di tortura barbara e infruttuosa, usata più volte dagli Usa nel recente passato ma messa al bando dalla stessa Cia nel 2006. In un comizio in Ohio, Trump ha arringato la folla con queste parole: «Ci potete scommettere il culo (sic) che riporterò in uso il waterboarding. Approverò di peggio, perché è una pratica che funziona. E se non funziona, loro (i sospetti terroristi, ndr) se lo saranno meritati lo stesso per quello che ci hanno fatto».Una retorica che funziona meglio di mille post e video inneggianti al jihad. Anche la promessa di Trump di «cancellare l'Isis dalla faccia della terra in 30 giorni» riscuote solamente risposte a tono da parte dei jihadisti. Mentre l'account ufficiale dei talebani afghani si limita ad invitare il presidente eletto a «ritirare le truppe dall'Afghanistan», i seguaci dell'Isis si sbizzarriscono con decine di meme con le frasi più offensive pronunciate da Trump nei confronti del Corano e dei musulmani. Meme che portano tutti lo stesso messaggio: «Non ti nascondere, Donald. I mujahidin (i combattenti per il jihad, Ndr) sono pronti e ti aspettano». Insomma, per dirla con le parole di Charlie Winter, membro del centro internazionale per gli studi sulla radicalizzazione del King's college di Londra: «Donald Trump è un reclutatore di alto livello per l'Isis».