Lo scorso 10 settembre, affermano la Nasa e il National Snow and Ice Data Center (NSIDC), segna il secondo record negativo di sempre per quel che riguarda la massa di ghiaccio artico sul pianeta terra. Dal 1978 a oggi i livelli di pak e di ghiaccio del Polo Nord sono osservati e registrati attraverso i satelliti. Dopo il 17 settembre 2012, record negativo di sempre con 4 milioni quadrati di ghiaccio, quest'anno i milioni sono circa 4,4. Naturalmente, ogni anno l'artico si ritira in estate, tra i mesi di marzo e maggio e si espande nuovamente a cominciare da agosto e settembre, con l'arrivo dell'inverno. Ma negli ultimi anni qualcosa si è rotto e il dato di quest'anno ha sorpreso persino gli scienziati più pessimisti.«Il ghiaccio marino dell'artico e dell'antartico possiede la fondamentale capacità di riflettere i raggi solari verso il cielo», spiega il dottor Jan Lieser dell'Australia's Antarctic Climate & Ecosystem Cooperative Center, «abbiamo ancora ghiaccio ovviamente, ma è in pezzi, è come se stessimo versando del tè caldo (i raggi) in una tazza rotta». L'acqua marina in forma solida è importante per mantenere bassa la temperatura della terra, cosí come influenza le correnti oceaniche.«Se la tazza è rotta», continua il glaciologo Jan Lieser, «i cocci sono ancora lì ma possiamo ancora versare il tè? Il ghiaccio si è assottigliato e spaccato, non è più compatto come dovrebbe, e questo fa si che la sua pricipale capacità di riflettere i raggi venga meno». Secondo una ricostruzione approssimativa dell'Australia Antarctic Center, dacchè il riscaldamento climatico non permette più previsioni veritiere, almeno non in positivo, è possibile che in tre generazioni il ghiaccio si sarà frantumato e dissolto completamente, perdendo del tutto la sua funzione di scudo del calore solare.Il periodo di espansione dei ghiacci sarebbe dovuto ricominciare da circa un mese, ma le calotte stanno continuando a sciogliersi.«Al Polo è stata un'estate nuvolosa e piena di tempeste, e nonostante ció continuiamo a perdere ghiaccio a settembre», annuncia Mark Serreze, direttore del NSIDC.Claire Parkinson, climatologa a capo della ricerca in questione, dice che dal 1986 ad oggi si sono registrati 75 record negativi di perdita di massa ghiacciata e nessun picco positivo: «È un contrasto allarmante, non è solo che stiamo continuando a perdere ghiaccio, è che il ghiaccio non è più in grado di ricomporsi durante gli inverni».