Restano aperti ancora due ospedali psichiatrici (Montelupo Fiorentino e Barcellona Pozzo di Gotto) con 37 persone internate e per chiuderli definitivamente serve il completamento delle Rems in Sicilia e in Toscana. Ma tante sono ancora le criticità. A confermarlo è stato il commissario unico per il superamento degli Opg, Franco Corleone, durante un'audizione in Commissione Sanità del Senato nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla Sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. Negli ultimi mesi, ha aggiunto, "sono stati chiusi gli Opg di Secondigliano, Reggio Emilia, Aversa e la casa di cura di Sollicciano a Firenze. Cinque residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) verranno portate a termine nei prossimi mesi in Piemonte, Liguria, Toscana, Calabria e Sicilia. Una volte aperte, verranno chiusi i due rimanenti Opg e terminato il piano".Il commissario si è poi soffermato su alcune criticità tuttora riscontrabili nel processo di attuazione della nuova normativa. Il numero di persone sottoposte a nuova misura di sicurezza a titolo provvisorio e inviate all'interno delle Rems è ancora troppo elevato. "Ciò - ha spiegato - sta determinando dei problemi di saturazione delle strutture e di gestione delle liste d'attesa che vengono così a formarsi, sulla scorta di criteri e di competenze non sufficientemente chiari".Altra grave criticità è la norma del ddl penale che è all'esame in aula. Tale norma, se venisse approvata, prevede di destinare alle Rems sia le persone a cui è stata accertata l'infermità "al momento della commissione del fatto", sia coloro a cui l'infermità è stata rilevata in un secondo momento (durante l'espiazione della pena) e a cui "le sezioni degli istituti penitenziari alle quali sono destinati" non sono in grado di garantire i trattamenti terapeutico-riabilitativi necessari. Per il commissario Corleone la norma sarebbe un errore e cancellerebbe di fatto la riforma perché "se destiniamo le persone in carcere alle Rems, cambieremmo la natura delle strutture".Altro problema riscontrato è il mancato principio del rispetto della territorialità. "Risulta non venire osservato per 51 pazienti su un totale di 541 persone complessivamente ospitate all'interno delle Rems - ha evidenziato Corleone - e il rispetto del principio di territorialità è particolarmente arduo per le donne, in quanto in molte Rems non vi è ad oggi la possibilità di ospitare queste ultime".In relazione alle persone senza fissa dimora, "occorre affrontare le problematiche legate all'individuazione della residenza, ai fini dell'assistenza di welfare di base: per la maggior parte delle persone senza fissa dimora si ricorre a una residenza fittizia fornita dai comuni ove esse risiedevano in precedenza; per le persone entrate irregolarmente all'interno del Paese, e che non hanno mai registrato una residenza, si ricorre al principio secondo il quale esse sono considerate residenti nel luogo di commissione del reato", ha osservato sempre il commissario.Poi c'è il problema della differenza delle Rems a seconda della regione in cui si trovino. Sempre Corleone ha spiegato in Senato che "risultano differenziazioni notevoli da regione a regione: si passa da realtà come il Friuli Venezia Giulia, dove sono stati realizzati pochi posti letto per le Rems all'interno dei dipartimenti di salute mentale (Dsm), a realtà in cui si è preferito predisporre un numero assai maggiore di posti, come ad esempio Castiglione delle Stiviere in Lombardia".La battaglia per il superamento degli Opg quindi non è finita, soprattutto alla luce del nuovo emendamento presentato dal governo e di cui è relatore il senatore nonché ex magistrato Felice Casson. Non solo si è dimostrato critico il commissario Corleone, ma tutto il mondo dell'associazionismo sensibile a queste tematiche. Le Rems sono state istituite per accogliere i pochi detenuti psichiatrici per i quali le misure di sicurezza alternative alla detenzione si ritiene non possano essere assolutamente praticabili. Se passasse l'emendamento, le Rems sarebbero inondate di detenuti con sopravvenuta infermità mentale, e sarebbe reso vano l'intento della legge sulla chiusura degli Opg che intendeva far prevalere, per la cura e la riabilitazione di queste persone, progetti individuali con misure non detentive. Perché questa norma? L'intento è nobile. Lo scopo sarebbe quello di poter garantire le cure troppo spesso ostacolate o negate dalle drammatiche condizioni delle carceri.Ma secondo il comitato stop Opg, fermo oppositore all'emendamento, per risolvere tale problema occorre che si rafforzino e si qualifichino programmi di tutela della salute mentale in carcere e che "il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria istituisca senza colpevoli ritardi le sezioni di Osservazione Psichiatrica e le previste articolazioni psichiatriche". L'allarme che lanciano gli oppositori a questa norma, è quello del rischio concreto che le Rems si trasformino in mini Opg.