Cosa c'entrano la serie A e la Champions League con le Olimpiadi? Nulla, ovviamente. Ma proprio come nei maggiori tornei calcistici, anche nella competizione a cinque cerchi ci sono campioni che finiscono in vetrina, medagliati, sorridenti e felici. Campioni a tempo, però, che durano l'espace d'un matin, per dirla alla François de Malherbe, pronti nuovamente a lasciare il palcoscenico agli assi della palla prim'ancora che l'estate lasci spazio all'autunno. Come se nulla fosse, senza riuscire a scavare un solco profondo nella memoria delle migliaia di persone che in questi giorni sono rimaste incollate davanti al teleschermo fino a notte fonda. Facciamo un esperimento, senza nemmeno andare troppo indietro nel tempo. Chi di voi ricorda ad esempio che Jessica Rossi nel 2012, a Londra, vinse l'oro nel tiro a volo? E che Matteo Morandi e Mauro Sarmiento vinsero un bronzo nelle rispettive discipline? Probabilmente nessuno.Eccoci qui, allora, in questa prima parte del mese d'agosto nel quale il calcio si limita ad esperimenti e preliminari, ad acclamare giustamente dei ragazzi che hanno reso onore al tricolore, salendo sul podio, facendo risuonare l'inno di Mameli. Risultati che sono arrivati non certo per caso, ma soltanto grazie a duri allenamenti, al sacrificio giornaliero ma continuato nel tempo, per quattro lunghi anni, alla voglia di emergere. In discipline che purtroppo nel corso degli altri mesi dell'anno non trovano spazio nei palinsesti televisivi e nemmeno sui giornali.Come il judo, ad esempio. Ma non possiamo dimenticare certo che a Rio 2016 questo sport ha portato in dote all'Italia una medaglia d'oro e una d'argento, grazie alle qualità di Fabio Basile e Odette Giuffrida che sono riuscite ad emergere. Sportivi che per adesso sperano di rimanere sulla cresta dell'onda il più possibile, pur consapevoli che tra qualche settimana saranno in pochi a ricordarsi della loro impresa. La stessa che hanno compiuto nel tiro a volo, skeet femminile, Diana Bacosi e Chiara Cainero, protagoniste di una storica finale tutta italiana. Campionesse di umiltà e precisione, che hanno regalato un attimo di gloria anche a questo sport che, come altri, meriterebbe senz'altro maggiore attenzione tra un'Olimpiade ed un'altra. Prendiamo esempio anche dal canottaggio, che purtroppo ha inanellato troppe medaglie di legno ma qualche buon risultato è comunque riuscito a portarlo a casa, grazie a Di Costanzo e Abagnale (già, con una b sola?) nel 2 senza maschile e al quartetto composto da Giuseppe Vicino, Matteo Lodo, Matteo Castaldo e Domenico Montrone nel 4 senza maschile. Medaglie del metallo meno nobile, ma pazienza: quando si dà tutto per la propria nazione non si possono avere rimpianti.Gli sportivi italiani sanno benissimo del clamoroso flop di Federica Pellegrini, nuotatrice portabandiera rimasta a secco nonostante i crediti della vigilia, ma forse ignorano la grande fatica che ha dovuto compiere Rachele Bruni, che bracciata dopo bracciata ha conquistato un argento nella 10 chilometri femminili. E che dire di Gabriele Detti, che invece ha portato a casa nella stessa disciplina ben due medaglie di bronzo? Magari avrà fatto bene la schermitrice Rossella Fiamingo, argento nella spada, visto che in questi giorni si continua a parlare di lei. Per i suoi capelli rosa e per il selfie con Ronaldo, più che per il suo talento: peccato. Più facile magari ricordarsi di Elia Viviani, medaglia d'oro nel ciclismo su pista, ma soltanto perché questo ragazzo, oltre ad essere un eccellente interprete dell'Omnium, è anche un ottimo velocista su strada e fa parte del Team Sky, una delle squadre più forti del ciclismo mondiale. Ma questa è forse una eccezione, perché in campo femminile in pochi conoscevano la collega Elisa Longo Borghini, che pure è riuscita a chiudere terza (per un soffio) nella prova in linea e quinta nella prova a cronometro, tenendo ben alti i colori azzurri nelle due ruote a pedali.I medagliati di Rio la loro missione l'hanno portata a termine, adesso tocca a chi ama lo sport (ma non soltanto a loro?) non renderla vana. Grazie agli esempi magistrali di Tania Cagnotto, Niccolò Campriani e Gregorio Paltrinieri, tanto per citare atleti più in vista, tanti adolescenti si sono appassionati a sport meno reclamizzati (e remunerati) ma senz'altro non meno emozionanti, tanti ragazzi sono pronti a ripudiare il Dio pallone per lanciarsi in una nuova avventura sportiva. Sta a noi però dimostrargli che nuoto, atletica, tiro a volo e judo non sono discipline figlie di un dio minore.