Era volato in Brasile carico di speranze Alex Schwazer, ma il Tas ha infranto il suo sogno di partecipare alle Olimpiadi, nella marcia. E non solo, perché la squalifica di 8 anni per doping arrivata dopo due giorni di camera di consiglio mette praticamente fine anche alla sua carriera di atleta. Accolta dunque in pieno la richiesta avanzata dalla Iaaf, a nulla sono servite le tesi difensive dell'atleta che nel 2008 riuscì a vincere la medaglia d'oro a Pechino ma che nel 2012 fu squalificato per 3 anni e 9 mesi per una positività all'epo. La vicenda relativa al suo caso è comunque destinata ancora a far parlare per mesi. Alex Schwazer è stato trovato positivo ad un esame antidoping del primo gennaio 2016: nelle sue urine fu riscontrata la presenza di testosterone, ma soltanto in seguito ad un test effettuato oltre 3 mesi dopo l'esame che inizialmente aveva dato esito negativo. Così come negativi sono stati anche tutti gli altri esami effettuati negli ultimi mesi. «E' chiaro che la Iaaf ha fatto il bello e cattivo tempo in questo procedimento fino ad arrivare a questo incredibile viaggio transoceanico che mi sa tanto di beffa studiata per umiliare Alex» ha detto il suo allenatore Sandro Donati. Schwazer non ha ricevuto nemmeno la solidarietà dei suoi "colleghi": la Di Francisca, Russo e - ancora una volta - il saltatore Tamberi (assente a Rio per infortunio), non hanno perso l'occasione per punzecchiarlo. Ora il mesto ritorno a casa, in Italia, e un futuro ancora tutto da scrivere.