Aumentano i cori del no per la chiusura del carcere femminile di Pozzale per trasformarlo in una Rems. Come già denunciato da Il Dubbio, per trasferire definitivamente tutti i pazienti detenuti illegalmente nell'ex Opg di Montelupo Fiorentino, il carcere di Empoli - un istituto virtuoso e molto legato al tessuto della città - verrà trasformato in una Rems. Le ultime detenute rimaste, ad inizio agosto, sono state già tutte trasferite al carcere di Sollicciano. Numerosi addetti ai lavori, volontari, la sindaca stessa della città, avevano dimostrato sconcerto per questa iniziativa. Al coro dei no si è aggiunto anche il sindacato Fns Cisl che ha inviato una lettera al ministro della Giustizia, Andrea Orlando. "A parte l'incomprensibile scelta di chiudere una esperienza positiva nel panorama nazionale penitenziario, che ha lasciato sconcertati anche enti locali e le molte associazioni di volontariato che da anni portano avanti progetti utili al reinserimento sociale delle giovani donne detenute assegnate ad Empoli - ha scritto al ministro - preme al sindacato chiarire le tutele che serve realizzare non solo per i circa 40 appartenenti al corpo in servizio ad Empoli, ma anche alle altre decine di colleghi che a Montelupo, con provvedimenti urgenti conseguenti a quelli di Empoli, vedranno de localizzato il lavoro in nuove sedi penitenziarie della Repubblica".A esprimere rammarico per la chiusura del carcere di Empoli sono anche i componenti dell'associazione La Costruenda. "La nostra associazione è entrata per la prima volta nel settembre del 2015 all'interno del carcere. Appena siamo venuti a conoscenza dell'intenzione della direzione della casa circondariale di rimettere in funzione l'azienda agricola esistente all'interno, ma abbandonata da tempo, ci siamo subito dati da fare - spiegano - All'inizio abbiamo ripulito tutto il perimetro dell'istituto da rampicanti, poi abbiamo riattivato la serra, il pollaio e tutte le piante di olivi e da frutta. Il tutto sempre a fianco delle detenute che hanno lavorato con noi in ogni fase. Insieme abbiamo riportato l'ambiente a essere un giardino e un orto, e da mesi sia in serra che all'aperto si è prodotto frutta, ortaggi, uova. In tutti questi mesi abbiamo potuto constatare che sono state sempre pronte a imparare, impegnarsi e lavorare insieme a noi. Ora noi ci chiediamo: se questo istituto era una eccellenza a livello nazionale perché chiuderlo? ".Si sono aggiunti i radicali fiorentini dell'associazione "Andrea Tamburi" ad esprimersi contro la realizzazione della Rems, definendola una mini Opg. I radicali spiegano di non conoscere i costi economici di questa scelta ma sanno però quali sono i costi umani che si stanno pagando: "Diciassette mesi di attesa già trascorsi dagli internati dell'Opg e dal personale di polizia penitenziaria di Montelupo senza aver la benché minima idea di dove e quale sarà la loro nuova destinazione; il trasferimento coatto delle detenute del Pozzale in altri istituti penitenziari con conseguente interruzione delle attività riabilitative cui avevano accesso; la perdurante inadeguatezza delle strutture territoriali che dovrebbero farsi carico dei pazienti dimessi dall'Opg".Massimo Lenzi, presidente dell'associazione radicale, spiega che la legge 81/2014 configura le Rems come strutture sanitarie con finalità di cura, riabilitazione e reinserimento sociale, strutturate allo scopo di aiutare il paziente nel recupero della capacità relazionali e dei rapporti affettivi con la propria famiglia e l'ambiente sociale; per questo denuncia che "un carcere, seppur riadattato, non si può oggettivamente considerare idoneo in alcun modo a questo scopo! Il rischio che sembra sempre più concretizzarsi così facendo è quello di dar vita a un vero e proprio mini-Opg ".Sempre Massimo Lenzi chiosa: "A fronte di ciò ci appare necessario ribadire con chiarezza che il dettato della legge 81/2014 non prevede, come sembra si voglia far intendere, la sostituzione degli Opg con le Rems, ma la presa in carico dei pazienti psichiatrici destinatari di misure di sicurezza da parte dell'insieme dei servizi sociali e sanitari della comunità". Per tutti questi motivi l'associazione radicale "Andrea Tamburi" chiede alla Regione Toscana di ripensare la scelta di aprire una rems nel carcere del Pozzale e definire, in tempi brevi, nuove soluzioni, rispettose però dello spirito della riforma contenuta nella legge 81 per coadiuvare l'auspicata e definitiva dismissione dell'Opg di Montelupo.Sabato scorso hanno manifestato davanti alla sede della Regione Toscana per far valere tutte queste ragioni.