Processo alle Stelle / Quinta Puntata (in fondo all'articolo le quattro precedenti)«Che mi hanno combinato! Così mi diceva Gigi da quella finestra, in quella casa dove era ai domiciliari, quando mi vedeva passare in strada. Io cercavo di rincuorarlo dicendogli di stare tranquillo, che presto sarebbe finito tutto. Tredici giorni in casa che, per uno come lui abituato a stare sempre in mezzo alla gente, sono stati una vera sofferenza». Edy, gestore dal 1990 con la moglie Francesca di un bar in largo Tassoni, ricorda bene quei giorni che hanno segnato per sempre la vita del suo amico Gigi Sabani, che viveva nell'appartamento a pochi passi dalla sua attività in via dei Banchi Nuovi. Alla cassa del bar fa bella mostra di sé una foto con Gigi sorridente come al solito, che lo abbraccia, più piccoli altri due scatti: uno sempre con Sabani e un altro che ritrae un arzillo vecchietto. «È Aristide, aveva un'osteria qui a fianco. Quando chiudeva veniva qui e cantava stornelli e canzoni romanesche e Gigi si divertiva tanto», ricorda Edy. Quando furono revocati gli arresti domiciliari per il quartiere fu una festa. «Tutti si riunirono qui in piazza Tassoni, ognuno portava una bottiglia per brindare, per Gigi fu un'iniezione di vita. Io cercavo di stemperare l'entusiasmo, anche nei giorni successivi, ma lui mi diceva: lasciali fare». Aveva bisogno dell'affetto del suo pubblico per riprendersi da quella brutta avventura. La sua era una carriera che fino a quel momento non aveva conosciuto stop: tanti spettacoli, programmi televisivi anche da conduttore, premi. Una vita sulla cresta dell'onda che viene bruscamente interrotta con un danno di immagine incalcolabile. In poche ore Sabani si ritrovò nella polvere, travolto da un'accusa falsa e infamante.La prima Vallettopoli - la seconda è legata al pm di Napoli, all'epoca a Potenza, Henry John Woodcock - era partita da Biella con l'inchiesta sulla scuola per modelle "Celebrità", che avrebbe ospitato incontri privati fra le ragazze e uomini di spettacolo con l'obiettivo di ottenere contratti al cinema o in tv. L'accusa per Gigi Sabani fu di truffa a fini sessuali e induzione alla prostituzione e per questo il 18 giugno del 1996 fu arrestato. A metterlo nei guai furono le dichiarazioni dell'allora minorenne Katia Duso, aspirante showgirl, che raccontò al pm Alessandro Chionna di approcci sessuali con Sabani, a Roma, nell'estate 1995, in cambio della promessa di un aiuto per lavorare nello spettacolo. Edy ricorda bene quel giorno: «Gigi stava sempre qui da noi. Mi disse di far mangiare una ragazza che avrebbe dovuto accompagnare a fare un provino. Era andata a prenderla alla stazione Beppe Pagano (ex factotum e autista di Sabani per anni, diventato uno degli accusatori) la portò al bar, poi arrivò Gigi e insieme andarono all'Hilton per i provini. In serata mi telefonò e mi disse che stava facendo fare un giro in macchina alla ragazza, prima di accompagnarla a prendere il treno. Tutto qui».In quella vicenda insieme a Sabani furono coinvolti anche Valerio Merola e Raffaella Zardo. Il primo diventato per tutti il "Merolone", perché la difesa dell'avvocato si basò anche sulle presunte "grandi dimensioni" del pene del suo assistito che non avrebbero potuto rendere possibile la violenza di cui era accusato (induzione alla prostituzione, atti di libidine violenta e violenza carnale) fu rinchiuso per dieci giorni nel carcere a Regina Coeli. La Zardo fu indagata e messa agli arresti domiciliari durante le indagini, con l'accusa di aver indotto tre ragazze alla prostituzione. L'indagine del pm Chionna si allargò anche a Gianni Boncompagni, al quale venne notificato un avviso di garanzia con la contestazione da parte del pm biellese dell'accusa di induzione alla prostituzione. Per tutta l'estate i pm Chionna e Serianni interrogarono decine di ragazze che in quegli anni avevano avuto un ruolo nella trasmissione Non è la Rai, poi chiesero l'archiviazione per l'inventore di Alto gradimento e di tante altre trasmissioni di successo.Gigi Sabani, difeso dall'avvocato Vincenzo Siniscalchi, venne scarcerato il 1 luglio e presentò una denuncia per abuso d'ufficio nei confronti di Chionna. L'inchiesta fu trasferita a Roma per "incompetenza territoriale" del foro di Biella e il 13 febbraio 1997 arrivò la richiesta di archiviazione del pm Pasquale Lapadura, accolta dal gip il 18 febbraio 1997. Per l'ingiusta detenzione Sabani ottenne il risarcimento di 24 milioni di lire. La quarta sezione della Corte di appello di Roma sentenziò: «Posto che la detenzione si riferisce al giugno sembra che il calo degli introiti netti del '?97 (154 milioni di lire rispetto ai 400 dell'anno precedente) non sia ad essa correlata direttamente e che dipenda da altre ragioni: esistenza del procedimento penale a carico, che non è produttiva di diritti alla riparazione; e diffusione, tramite i mezzi di comunicazione, delle notizie circa la posizione di Sabani con riferimento a suoi interrogatori». «Il discredito sociale riparabile - hanno rilevato i giudici - è solo quello dipendente dalla detenzione e non dalla imputazione», e «la detenzione si svolse tutta agli arresti domiciliari, regime meno afflittivo di quello della custodia cautelare in carcere». Ma Sabani più volte commentò amaramente: «I giudici sono gli unici che non pagano mai anche se sbagliano».Vittorio Sgarbi, un personaggio che non le manda a dire, sulla figura di Sabani tombeur de femmes espresse all'epoca un'opinione molto precisa: «È un'accusa ridicola. Si tratta del tipico non trombatore. Sabani che molesta? Andiamo. Lo incontravo sempre al ristorante Matriciano, verso l'una di notte, circondato da un codazzo di semi gorilla e altri personaggi... ». Un ruolo confermato anche dall'amico del cuore di Gigi: «Dopo la separazione dalla moglie comprò l'appartamento di via dei Banchi Nuovi da Amy Stewart e, se non era in giro per fare spettacoli, stava sempre qui al bar. Eravamo la sua famiglia. Quando aveva qualche lieve malanno mia moglie gli preparava una semplice minestrina, ma per lui era una cosa eccezionale. Spesso veniva suo figlio Simone che è diventato amico di mio figlio: un rapporto che continua anche oggi».Quello di Gigi e le donne è un capitolo particolare perché dalle cronache e dai racconti emerge il ritratto di un uomo semplice, al quale piaceva stare in mezzo alla gente, farsi fotografare con i suoi fan, ma che è stato nella sua vita spesso solo. Dopo la separazione dalla moglie, Rita Imperi, dalla quale ha avuto il figlio Simone, Gigi ha avuto altre donne che, ognuna a suo modo, hanno segnato la sua vita. Anita Ceccariglia, sua fidanzata per quattro anni, ex di Non è la Rai, fu convocata alla procura di Biella come testimone dal pm Chionna, all'epoca 29enne. Quell'incontro fu galeotto. Tra la ragazza e il pm, appassionato anche di motori tanto da disputare gare del Campionato italiano velocità turismo, scoccò la scintilla. Il dottor Chionna lasciò l'inchiesta, ma Gigi Sabani chiosò: «Beffa nella beffa. Sono proprio una bella coppia e Anita ha saputo scegliere bene: è passata dall'accusato all'accusatore». E Valerio Merola aggiunse amaramente: «Se i primi incontri fra i due si fossero svolti mentre l'inchiesta era ancora nelle mani di Chionna, ci sarebbe da meditare».Alla fine della vicenda biellese Gigi si fidanzò con Fabiana Savi e decise di andare via dall'appartamento di via dei Banchi Nuovi. «Per me e per tutti noi che gli siamo stati vicini in questi anni ?- racconta oggi Edy - è stato quasi un tradimento. Gigi mi diede tutte le targhe e i Telegatto che aveva vinto nella sua carriera: "Tienili tu mi disse, so che ti fa piacere". E io li conservo come fossero reliquie del mio amico. Queste sono le chiavi dell'appartamento di via dei Banchi Nuovi e questi i doppioni di una delle sue macchine, una Mercedes decappottabile. Dopo il trasferimento è venuto sempre qui al bar, ma spesso era triste, soprattutto per quel marchio che si portava addosso, nonostante fosse tutto finito».Dopo sei anni anche quella storia giunse all'epilogo. Poi ci fu l'ultimo amore della sua vita, scoppiato un anno prima della morte. È Gabriella Ponzo, un'attrice che dopo un inizio nel cinema (Il corpo dell'anima e Quartetto di Salvatore Piscicelli, un piccolo ruolo in Gangs of New York di Martin Scorsese, protagonista con Tinto Brass in Fallo), ha continuato la sua carriera anche in teatro. Qualche giorno dopo la morte di Gigi, Gabriella Ponzo ha scoperto di aspettare un bambino: il 19 maggio 2008 nacque Gabriele Sabani.Gigi Sabani non amava ricordare quella vicenda che gli aveva sconvolto la vita e per la quale tanti che riteneva amici lo avevano tradito o gli avevano girato le spalle. Nel libro di Antonello Sarno Al cuor non si comanda - Vallettopoli 1 si sfogò: «Come morire a occhi aperti. Vedi quello che ti succede e non puoi farci niente. Anzi, una cosa la puoi fare: conti i buoni, pochissimi. La famiglia, poi Lino Banfi, Gianni Morandi, Arbore, Celentano, Cutugno e Maurizio, sì Costanzo, più degli altri. Poi i cattivi, cioè quasi tutti. Perché l'ambiente è una merda».Poi una sera, dopo dieci anni da quella brutta storia, Gigi è casa della sorella Isabella, nel quartiere Prenestino dove è cresciuto. Ha bisogno di stare un po' in famiglia, ha ritrovato l'amore di una donna, non ha mai perso l'affetto del suo pubblico, ma stenta a rientrare nel giro grosso della tv. Addirittura alcune trasmissioni ideate e nate per lui vengono affidate ad altri che neanche lo invitano. Quella sera, il 4 settembre 2007, verso le 20 non si sente bene, chiamano il medico di famiglia che lo visita ed esclude complicazioni. Ma dopo qualche ora di dura lotta, purtroppo, il suo cuore non ce la fa. Ai suoi funerali ci sono tante persone semplici che lo hanno conosciuto e gli amici e i colleghi più cari. Merola, l'amico coinvolto insieme a lui nell'inchiesta ha parole durissime: «Questa morte ha una firma. Le ingiustizie alla fine danno questi risultati». Maurizio Costanzo ribadisce: «Il mio ricordo va a quando, con il Maurizio Costanzo Show, cercai di ridargli forza perché fu travolto da uno scandalo finto, che non lo riguardava». Un altro che lo conosceva bene, Pippo Baudo, di Sabani disse: «Ha avuto un grande, meritato successo. Era un buono e ha sofferto tantissimo quando è stato accusato ingiustamente. Quella cosa lo ha ferito, non se lo era mai dimenticato». Un giudizio simile lo diede anche Giancarlo Magalli: «La vicenda lo aveva danneggiato umanamente e artisticamente. Aveva un forte senso dell'amicizia, vide molti sparire e ci rimase male, io gli restai vicino, ma chi fa questo lavoro vive anche dell'amore e della fiducia del pubblico. Chissà se quello che è successo non sia la conseguenza di tante angosce che si è tenuto dentro».