Le borse europee rimbalzano dopo aver perso, secondo il Financial Times, la cifra record di circa 3 mila miliardi di dollari nelle due precedenti drammatiche sessioni. Venerdì e lunedì i mercati hanno pagato un prezzo altissimo dopo il terremoto Brexit. Colpite soprattutto le banche, che hanno lasciato sul terreno oltre il 20% del loro valore, per il timore che un avvitamento degli spread sui debiti pubblici possa intaccare i loro capital ratios. Oggi però gli indici del vecchio continente sono riusciti a scrollarsi di dosso le paure, mettendo il turbo, specie nel settore bancario. Dietro questo “rimbalzone” c’è ovviamente un fattore tecnico: il calo del valore degli asset, che ha reso più appetibile l’acquisto dei titoli. Inoltre, secondo gli esperti, c’è anche l’attesa di possibili interventi coordinati delle banche centrali per garantire liquidità sui mercati. In Giappone le autorità hanno preannunciato misure di stimolo e Tokyo, che era partita in calo, ha chiuso in rialzo dello 0,09%.In Europa invece i listini hanno subito aperto in rally e poi hanno ulteriormente accelerato. Attualmente Londra guadagna il 2,87%, Francoforte il 2,38% e Parigi il 2,92%. La maglia rosa spetta comunque a Milano che avanza del 4,19%, con i bancari sugli scudi, sulla scia delle parole del premier Matteo Renzi, il quale ha assicurato che il governo farà di tutto per mettere in sicurezza il settore del credito. Ben intonata anche Wall Street, sostenuta inoltre dalla revisione al rialzo dei dati sul Pil del I trimestre. A un’ora e mezza dall’apertura, il Dow Jones guadagna lo 0,97%, lo S&P 500 cresce dell’1,06%, il Nasdaq segna +1,58%. Intanto, dal forum della Bce di Sintra, in Portogallo, Mario Draghi non si pronuncia sulla Brexit, ma fa sapere che l’economia mondiale potrà «beneficiare di un allineamento delle politiche monetarie» delle banche centrali, per combattere la «sfida comune» della bassa inflazione. «Possiamo non aver bisogno - dice Draghi - di un coordinamento, ma un allineamento ci sarebbe di beneficio. Con allineamento voglio intendere una condivisione delle diagnosi delle dinamiche delle sfide che ci riguardano tutti. E un impegno condiviso a basare le nostre politiche su queste diagnosi». Il rimbalzo oltre alle borse, riguarda anche gli spread e la sterlina. I differenziali dei paesi periferici si mantengono stabili: quello tra Btp e Bund intorno a 153 punti, dopo il buon esito dell’asta sui Bot semestrali, e quello sui Bonos a quota 146. La sterlina, che ieri ha aggiornato a 1,3121 dollari il proprio minimo da 31 anni sul biglietto verde, si riprende e sale di quasi l’1% a quota 1,330. In rialzo anche l’euro, che si mantiene sopra quota 1,10 dollari.