«Non vorrei che le nuove generazioni crescessero pensando che sia giusto o normale abbandonare al suo destino chi fugge dalla guerra, e che si possano respingere e lasciar affogare masse di disperati».  Non sono parole del papa, né di qualche dirigente della Caritas. Non vengono neppure dai centri sociali. Le ha pronunciate un ammiraglio, anzi, il capo della Marina Italiana. L’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, 63 anni compiuti lunedì scorso, che ieri ha lasciato le forze armate e se ne è andato in pensione. Furioso. Furioso perché inseguìto dal fango, dai sospetti, dalle accuse, sparse dai corvi, dai dossier segreti, dai giornali e dagli avvisi di garanzia. De Giorgi non ha nascosto la sua rabbia. Ha tuonato contro chi lo accusa e ha giurato che non si rassegna e che punirà i suoi accusatori. Ha risparmiato solo due persone: il premier Renzi e il Presidente Mattarella.De Giorgi è un figlio d’arte. Anche suo padre faceva il marinaio e anche suo padre fu capo di stato maggiore, negli anni settanta. E da marinaio vero – non solo da militare – si comportò, circa un anno fa, quando contro di lui si levarono le polemiche perché non voleva usare le navi contro i migranti, per respingerli, ma pensava che fosse più ragionevole raccoglierli e salvarli. Spiegò che lui rispondeva alle leggi le mare, che sono un po’ più antiche delle norme che i governi, o l’Europa, cambia di volta in volta. E le leggi del mare impongono ai marinai di salvare i naufraghi. Punto. Non si discute.Lui fa uscire le navi per salvare i profughi e i fuggiaschi, non per respingerli.Successe un putiferio.Se nella tragedia dei migranti che sta travolgendo l’Europa, con migliaia e migliaia di morti ogni anno, c’è qualcuno che si è comportato bene e si è guadagnato la stima di tutti, questa è la Marina Italiana. E se la Marina italiana ha saputo innalzarsi moralmente una spanna buona sopra tutti gli altri protagonisti, un bel po’ del merito è di De Giorgi. Ha guidato le nostre navi a realizzare centinaia di salvataggi. Anche in condizioni meteorologiche proibitive. Difficile dire quante persone hanno avuto la vita salva grazie alla Marina italiana: sicuramente diverse centinaia di migliaia. Se la Marina italiana non avesse operato, talvolta anche trasgredendo gli ordini – di Roma o di Bruxelles – i morti in mare sarebbero stati forse dieci volte di più di quelli che sono stati in questi anni. A De Giorgi va un grande merito nella lotta a questo olocausto. Come a quei personaggi eroici - il più famoso è Schindler - che durante il nazismo salvavano gli ebrei dallo sterminio.Qualche mese fa è iniziato il linciaggio. Sono stati preparati dei dossier falsi, contro di lui, e i Pm che lo hanno incriminato, in appendice all’inchiesta di Potenza sui petroli e sul fidanzato dell’ex ministra Guidi. I dossier falsi, inviati alla magistratura e a palazzo Chigi, parlavano di festini a bordo della Vittorio Veneto, ragazze portate con gli elicotteri, cavalli bianchi e altre corbellerie del genere. Indizi? Zero.Testimonianze? Zero. Ma i dossier sono stati sufficienti per far partire un po’ di avvisi di garanzia, e de Giorgi è stato accusato anche di avere usato il fidanzato della ministra Guidi per fare pressioni sul governo perché approvasse la legge navale. Ma è un reato, per un ammiraglio, chiedere che sia approvata una legge che serve alla Marina? Pare di sì, anche grave. Si è beccato associazione a delinquere.E così se ne va in pensione, amareggiato e calunniato, uno dei pochi personaggi che in questi anni ha tenuto alto il prestigio delle Istituzioni. Grazie all’alleanza di ferro tra giornali e Pm che quando scatta non dà scampo a nessuno. Lo hanno deciso loro (De Giorgi dice per coprire disegni occulti, che noi non conosciamo). Se decidono che sei un mascalzone tu non puoi farci niente.