Sappiamo benissimo che le sanzioni alla Russia e le sue contro-sanzioni provocano sofferenze all’industria italiana. Non si può dimenticare, però, da che cosa sono derivate. Le sanzioni sono derivate da una serie di iniziative aggressive, addirittura di tipo militare, compiute dalla Russia verso la Georgia, verso l’Ucraina, addirittura con l’acquisizione per via bellica della Crimea, un vulnus al diritto internazionale commesso nel cuore dell’Europa.In più sono state fatte delle serie minacce utilizzando le minoranze russe, nei confronti di alcune nazioni (Lituania, Estonia, Lettonia) ed è in atto una permanente aggressività fondata su sorvoli aerei e sulle iniziative destabilizzanti degli hacker. A suo tempo bisognava trovare una risposta calibrata che evitasse due estremi: da un lato l’assenza di ogni iniziativa per cui Putin e il gruppo dirigente russo potevano pensare di poter procedere ulteriormente, dall’altro una replica di tipo militare che poteva innescare conseguenze incalcolabili. A proporre le sanzioni è stata la Merkel ed è notorio che la Germania da molti anni ha una posizione molto aperta nei confronti della Russia. Il punto di verifica rispetto al mantenimento delle sanzioni è costituito dalla piena realizzazione degli undici punti di Minsk. Ora anche nei recenti viaggi fatti da noi come Commissione Esteri in Inghilterra e in Polonia abbiamo ascoltato analisi circostanziate intorno al fatto che lo stillicidio della pressione militare nel Donbass non si è affatto arrestato e ha uno scopo ben preciso: sottoporre l’Ucraina ad una tale tensione da far esplodere tutte le sue attuali contraddizioni politiche economiche e istituzionali in modo da riportarla nell’ambito del controllo russo. Queste analisi ci sono state ripetute da tutti: in Inghilterra da conservatori e laburisti, da pro-Brexit e anti-Brexit, in Polonia dalla maggioranza e dall’opposizione. Ora tutto ciò non deriva da particolari rigurgiti dell’oltranzismo atlantico ma da ragioni derivanti dal disegno geopolitico di cui sono portatori Putin e l’attuale gruppo dirigente russo. Non a caso Putin ha detto: «il crollo dell’Urss è il principale disastro geopolitico di questo secolo». Lo ha detto non perché è un nostalgico del comunismo, ma perché è un ultranazionalista, portatore di una visione neo-imperiale del ruolo della grande Russia, dell’Eurasia, e utilizza materiali culturali, religiosi, ideologici che derivano sia dallo zarismo, che dal comunismo, che dalla religione greca ortodossa. L’obiettivo è quello di evitare la “regionalizzazione” della Russia e di ottenere il suo ritorno in campo come “grande potenza mondiale” che si confronta e si scontra con gli Usa e che per raggiungere questo obiettivo usa con assoluta spregiudicatezza tutti i mezzi, dall’intervento militare, ad un’avvolgente azione politica per accentuare la crisi dell’Europa (vedi rapporti con la Le Pen, la Lega Nord e adesso anche con il Movimento 5 stelle). In questo quadro rientra l’intervento militare in Siria che ha per obiettivo principale quello di salvare Assad utilizzando tutti gli errori e le incertezze di Obama che non a caso ultimamente ha cambiato linea, mettendo in campo nuove forme diintervento. Allora è stato giusto polemizzare con la doppiezza tedesca su North Stream, è giusto dire agli stati dell’Europa centrale e del nord che esiste per tutta l’Europa un’enorme questione costituita dal Mediterraneo, dal Medio Oriente, dall’immigrazione, e che a questo proposito l’Italia e la Grecia sono state lasciate sole, ma è sbagliato apparire come un paese che segue una linea opportunista nei rapporti con la Russia. L’Europa per essere all’altezza del suo ruolo deve affrontare incisivamente sia i problemi che ha sul lato dell’Europa dell’Est, sia su quello che riguarda il Medio Oriente e il Mediterraneo. L’Italia deve lavorare perché ciò avvenga.Aggiungo anche che proprio per arrivare ad un’intesa seria e stabile con la Russia e per sviluppare con essa la lotta al terrorismo è bene darle la percezione che non esistono crepe e divisioni nel mondo occidentale sulle quali essa può giocare.Un’ultima questione che può sembrare un fuor d’opera. E’ ben nota la gestione autoritaria del potere in Russia e comunque il controllo che polizia e servizi esercitano sui molteplici aspetti della vita russa. E’ possibile che sia sfuggita all’attenzione delle autorità che circa cinquecento hooligans russi si sono allenati per mesi e poi sono andati in Francia a lanciare durissimi attacchi contro i tifosi inglesi, con l’effetto di destabilizzare l’ordine pubblico francese durante una fase così delicata come i Campionati Europei di calcio?Non siamo in grado di dare una risposta a questo interrogativo.