«A Ostia non c’è la mafia», ha sentenziato la corte d’appello, ribaltando il risultato del processo di primo grado. Su 18 imputati che avevano subìto condanne pesanti, 8 sono tornati a casa completamente scagionati. Gli altri 10, tra i quali la famigerata famiglia Fasciani (marito, moglie, due figlie) hanno subito condanne fortemente ridimensionate. Carmine, il capofamiglia, che era stato indicato come boss mafioso di rango, ha visto gli anni di prigione scendere considerevolmente: da 28 (quasi un ergastolo) a 10. Gli altri imputati sono passati da condanne per circa 200 anni a circa 45. Ridotti del 75 per cento. Ma soprattutto la sentenza dice che non c’era mafia, che non era giusto usare il 41 bis (cioè il carcere duro) né le modalità di indagine, particolarmente severe, che sono legittime per i processi di mafia ma non per gli altri reati.La Corte ha stabilito che il pentito Cassia non è attendibile, e che la ”banda” di Ostia era una banda di semplici estortori.La macchina della Giustizia, anche stavolta, ha dimostrato di funzionare un po’ meglio di quanto si pensi, nella sua fase conclusiva. Il problema casomai è l’uso spregiudicato della legislazione antimafia, che molti Pm usano per rendere più semplice le indagini, le intercettazioni, gli arresti.La vicinanza di questo processo alla cosiddetta mafia di Ostia con il processo alla cosiddetta mafia di Roma è piuttosto forte. E la sentenza di Ostia, evidentemente, fa barcollare il “teorema Pignatone”, che più di un anno fa fu sostenuto con grandissima campagna di stampa. Il teorema è basato sull’idea che a Roma, intorno all’amministrazione del Campidoglio, lavorasse non una qualunque organizzazione a delinquere, specializzata nel prendere mazzette e tangenti. Ma una vera e propria organizzazione mafiosa, come Cosa Nostra, come la ‘ndrangheta.Fino a ieri era quasi impossibile dire che quel teorema era un po’ deboluccio. Se provavi a avanzare dubbi ti accusavano di essere un amico dei delinquenti. Da oggi i dubbi li avanza la magistratura.Cambia qualcosa? Si. La sentenza di Ostia suona come avvertimento a quei Pm che trasformano in mafia ogni tipo di delitto (riducendo in questo modo il senso e la forza e la pericolosità della parola mafia e del fenomeno mafioso). Lo fanno per due ragioni: rendere più semplici le indagini e, soprattutto, renderle più spettacolari. “Mafia Capitale”, se non fosse stato un processo per mafia ma un semplice processo per corruzione, avrebbe avuto la stessa risonanza? Sarebbe caduta lo stesso la giunta- Marino? Avrebbero goduto i “5 Stelle” dell’enorme vantaggio elettorale che ha portato Virginia Raggi a un passo dal Campidoglio.No.