Non c’è feeling tra Piazza Affari e il Movimento 5 Stelle. Il trionfo a Roma della pentastellata Virginia Raggi ha fatto crollare le azioni di Acea, l’unica partecipata capitolina quotata in Borsa. L’utility ieri si è resa protagonista di un’altra giornata negativa, con il titolo che ha ceduto oltre il 3 per cento. Lunedì le azioni della municipalizzata avevano già subìto un’importante flessione, fornendo una prima indicazione che ha poi trovato conferma martedì. A pesare sull’andamento in Borsa di Acea sono state le dichiarazioni della candidata grillina, che durante la campagna elettorale aveva annunciato che in caso di vittoria non avrebbe esitato a dare il benservito agli attuali top manager della multiservizi (in seguito alle parole della Raggi il titolo in Borsa aveva lasciato il 4,7 per cento mandando in fumo circa 140 milioni di euro di capitalizzazione). Male anche Iren, partecipata del Comune di Torino, che all’indomani del successo riscosso alle urne dalla candidata dell’M5S Chiara Appendino ha fatto registrare a Piazza Affari un calo dell’1 per cento. Negli altri grandi centri titolari di azioni in utility quotate, i broker al contrario non si sono mostrati preoccupati. Bene A2a, controllata dal Comune di Milano: sia il candidato di centrosinistra Giuseppe Sala che quello di centrodestra Stefano Parisi si sono detti favorevoli a una riduzione nel tempo della quota del Comune nella utility.Non è la prima volta che il Movimento 5 Stelle desta allarme sui mercati. Ma nel mirino di Virginia Raggi non c’è solo il top management di Acea (l’attuale consiglio di amministrazione è in carica da giugno 2014, quando Ignazio Marino mandò via l’amministratore delegato Paolo Gallo e il presidente Giancarlo Cremonesi sostituendoli con Alberto Irace e Catia Tomasetti). La pretendente al soglio capitolino guarda perplessa al core business dell’azienda e considerato che il business idrico oggi pesa per oltre il 40 per cento sul margine operativo lordo del gruppo con circa 310,8 milioni di euro, si comprende perché il mercato abbia reagito con nervosismo agli ultimi risultati elettorali. Acea però non è l’unica partecipata romana a tremare in queste ore. La candidata vuole rivoluzionare anche Atac e Ama. La grillina, per quanto riguarda Ama, ha persino messo in dubbio l’affidamento alla stessa del servizio di gestione dei rifiuti. Inoltre ha promesso che, se verrà eletta, istituirà un assessorato ad hoc a cui verrà affidata la riorganizzazione in tempi record delle aziende partecipate dal Comune.Per gli analisti il risultato elettorale di Roma è stato quello più price-sensitive. Per Banca Akros l’elezione del candidato M5S sarebbe negativa per Acea alla luce delle dichiarazioni di un cambiamento della squadra di manager e dei punti interrogativi sul business dell’acqua e sulla gestione dei rifiuti. Tuttavia, il voto di domenica, nonostante l’impatto che ha avuto sulle società municipalizzate, nel complesso non ha turbato più di tanto i mercati, che restano in stand-by. I ballottaggi nelle grandi città costituiscono a ogni modo un motivo in più di preoccupazione ora che la stabilità politica in Italia appare meno scontata. Al pari del Brexit e delle elezioni in Spagna, in questa fase l’ascesa del Movimento 5 Stelle tiene in ansia gli operatori.