Fa parte della polemica politica, da molto tempo, il grido a difesa della Costituzione. Molti dicono che gli avversari vogliono stracciarla. Negli ultimi 15 anni, più o meno, la difesa della Costituzione è diventato il cavallo di battaglia di quelli che una volta si chiamavano i girotondini. Che sono stati i genitori di due figli regolari e uno morganatico. I figli regolari sono il grillismo e i vari gruppi ultralegalitari (guidati da una parte della magistratura); il figlio morganatico è la Lega di Salvini.L’anatema (”tu vuoi stracciare la Costituzione”) funziona sempre. Ora se l’è beccato in fronte persino Roberto Benigni (che pure dei girotondini è stato un mezzo mito). E vicino all’anatema c’è una affermazione di principio, molto retorica ma convincente: «La nostra è la Costituzione più bella del mondo».Già. La più bella. O forse anche no. Però certamente esistono della parti della nostra Costituzione che sono molto, molto moderne. Tutte quelle parti che esaltano i diritti (i diritti civili, i diritti legali, i diritti sociali, i diritti individuali e collettivi) come essenza della civiltà e come dovere dello Stato. Poi ci sono altre parti della nostra Costituzione, sicuramente di ottima fattura, ma meno grandiose, diciamo meno originali e anche meno moderne. Sono quelle che riguardano l’assetto istituzionale (cioè i rapporti di potere) e la governabilità. Non so se questa seconda parte della Costituzione sia la più bella del mondo. Ho l’impressione che sia un po’ vecchia e che comunque sia ampiamente migliorabile.E invece tutta la polemica, e la furia indignata dei “filo-costituzionalisti”, riguarda sempre e solo la difesa proprio di questa parte più istituzionale della Costituzione. Si stracciano le vesti se uno vuol ridurre (a torto o a ragione) le funzioni del Senato. Dei diritti se ne fregano.Eppure il problema di fondo oggi è che mentre la parte istituzionale della Costituzione è fondamentalmente applicata, e controllata, la parte che riguarda i diritti è violata continuamente. Violata, spesso dalla stesse istituzioni e talvolta persino dalle leggi.Difficile fare un elenco completo e offrire una spiegazione esauriente nello spazio di un articolo di giornale (ci torneremo). Un’occhiata, però diamogliela.Articolo 2, sui diritti dell’uomo. Che senso hanno le polemiche di questi giorni sui migranti alla luce di questo articolo? La Chiesa cattolica tiene conto di questo articolo. La Lega, per esempio, ma talvolta le stesse istituzioni, lo ignorano. Quando si parla di diritti dell’uomo ci si riferisce a tutta l’umanità, non solo ai cittadini italiani. Così come nel dibattito pubblico si ignora del tutto l’articolo 10,  sul diritto d’asilo.Poi ci sono gli articoli 3 e 4 sulla dignità sociale e il diritto al lavoro. E l’articolo 36 sulle retribuzioni giuste e proporzionate. Voi pensate che siano rispettati questi articoli dal nostro sistema economico? Pensate che la Repubblica abbia fatto quanto poteva “per rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale alla libertà e all’uguaglianza tra tutti i cittadini”? E vedete molte forze politiche dannarsi l’anima per questa inadempienza?C’è un ampio pacchetto di articoli che riguardano il diritto alla libertà personale e alla giustizia giusta. Ne citiamo qualcuno.  L’articolo 13, per esempio, che stabilisce che «la libertà personale è inviolabile», che è punita «ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà», che «la legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva». Poi ci sono l’articolo 15, che in sostanza proibisce salvo casi eccezionali (le eccezioni, ovviamente, non possono essere un paio di milioni all’anno...) le intercettazioni telefoniche,  l’articolo 21 che dice che tutti hanno il diritto di esprimere il proprio pensiero (ma allora come mai se critichi la sentenza di un giudice, o anche l’interrogatorio condotto da un Pm, loro ti denunciano e spesso vincono?), l’articolo 24, che dice che vanno puniti gli errori giudiziari, l’articolo 25 che stabilisce che nessuno può essere punito se non in forza di una legge che esisteva al momento in cui è stato commesso il reato (e il caso, impopolarissimo, di Dell’Utri?),  l’articolo 27 che dice che si è innocenti fino a condanna definitiva, l’articolo 28 che prevede la responsabilità civile dei magistrati, e l’articolo 111, che dice che il processo deve avere una ragionevole durata, e che non solo è violato ma è in questi giorni, su richiesta dell’Anm, sottoposto a un nuovo furibondo attacco con le proposte in Parlamento di limitare ulteriormente la prescrizione.Infine ci sono i diritti di religione (anche non cattolica) l’articolo 19, , per esempio, e poi gli articoli sull’impresa e sulla proprietà  (41, 42, 46 ) che pongono i diritti della comunità al di sopra del profitto.Perché questi “pezzi” della Costituzione non interessano a nessuno? Perché non piacciono alla parte vincente della magistratura e alla parte vincente della finanza e dell’impresa. Cioè a quelli che oggi comandano. E vivono di retorica e ipocrisia.