Francesco Greco è il nuovo capo della Procura di Milano. Lo ha nominato questo pomeriggio il plenum del Csm a larga maggioranza. Greco, fino ad oggi aggiunto a Milano, ha avuto la meglio sull'altro candidato, Alberto Nobili (anch'egli procuratore aggiunto dell'ufficio giudiziario milanese). La candidatura di Giovanni Melillo, capo di gabinetto del Guardasigilli Andrea Orlando, era stata ritirata in apertura di plenum. CHI E'Nato a Napoli, figlio di un ammiraglio dal quale ha ereditato la passione per il mare e la vela, Francesco Greco è diventato 'milanesè sul campo. Dei suoi 64 anni, 37 li ha trascorsi nella Procura più strategica d'Italia attraversandone da protagonista ogni burrasca, da 'Mani Pulite' allo scontro feroce che ha contrapposto il suo predecessore Edmondo Bruti Liberati e Alfredo Robledo. Si presenta come uomo della continuità perchè nella sanguinosa lotta intestina ha sostenuto Bruti, anche testimoniando a suo favore davanti al Csm. Dopo gli studi a Roma e una giovinezza da simpatizzante della sinistra extraparlamentare di cui è traccia un ritratto appeso nel suo ufficio (eskimo e barba folta), Greco è entrato in magistratura nel 1977. Il primo arresto importante a cui è legato il suo nome è quello del segretario del Psdi (partito socialista democratico italiano) Pietro Longo, nell'ambito dell'inchiesta su un vasto giro di tangenti attorno alla società di costruzioni Icomec. Nel 1992 affianca nel pool di 'Mani Pulite' Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo sotto la guida di Francesco Borrelli. In quegli anni cruciali per la storia giudiziaria, Greco 'firmà l'inchiesta su Enimont sostituendo Di Pietro dopo l'abbandono della toga. Nell'ottobre 1995 è in aula quando vengono condannati in primo grado alcuni politici simbolo della 'prima Repubblicà: Bettino Craxi, Arnaldo Forlani, Paolo Cirino Pomicino. Due anni prima, il 23 luglio 1993, l'imprenditore Raul Gardini, coinvolto nell'indagine, si era tolto la vita con un colpo di pistola. Greco confiderà poi di avere pianto quel giorno. Nella seconda metà degli anni novanta, i destini del magistrato s'incrociano con quelli di Silvio Berlusconi nelle travagliate inchieste All Iberian e sul consolidato Fininvest. Entrambe, nella prospettiva dell'accusa, finiscono male. Nel settembre 2005, l'ex premier viene assolto dall'accusa di aver dato in nero 23 miliardi di lire a Craxi con la formula 'il fatto non è più previsto dalla legge come reatò grazie alla nuova normativa approvata dallo stesso ex premier.Gli anni duemila vedono Greco in prima fila nelle indagini finanziarie. L'inchiesta Enipower, ribattezzata la 'tangentopoli del nuovo millenniò, porta a 9 condanne più 98 milioni di euro confiscati ad Ansaldo Energia (gruppo Finmccanica), ma anche all'assoluzione e alla prescrizione di diversi imputati. Anche l'esito dell'inchiesta Parmalat è favorevole solo in parte alle richieste dell'accusa: da una parte, il patron del gruppo Callisto Tanzi viene condannato in via definitiva a 8 anni e un mese, tuttavia le 4 banche straniere imputate escono indenni dall'accusa di aggiotaggio. È pieno invece il successo investigativo sulla vicenda Antonveneta con le condanne per l'ex governatore di Banca d'Italia Antonio Fazio, gli ex vertici di Unipol Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti e il banchiere Giampiero Fiorani che tentò l'ardita conquista del colosso bancario attraverso la 'piccola' banca di Lodi. Nel 2008, Greco viene nominato procuratore aggiunto e con in mano 'le chiavi' del dipartimento reati economici coordina le indagini Maugeri su Roberto Formigoni e San Raffaele, dedicandosi alle presunte evasioni delle multinazionali Apple, Google e Amazon. In quest'ultima stagione della sua avventura giudiziaria, si dedica con più intensità alla politica giudiziaria, collaborando sui temi delle riforme con tutti i governi, compreso quello di Matteo Renzi e approfondisce i rapporti con l'Agenzia delle Entrare che 'di fattò entra a far parte fisicamente del suo ufficio. Due anni fa è stato al centro di un conflitto con la Procura generale che gli ha sfilato, con un'azione senza precedenti, sette inchieste in pochi mesi su vicende di evasione fiscale di cui aveva chiesto l'archiviazione. Alcune di queste si sono poi concluse con patteggiamenti e rinvii a giudizio. Per la Procura Generale, Greco non aveva indagato a fondo. Da questa sera, Greco, che è sposato con una collega e ha due figlie, si trasferisce dove governò Bruti Liberati e chissà se nel nel nuovo ufficio porterà anche il gagliardetto della Roma, di cui è tifosissimo, che da sempre campeggia nei suoi uffici.