Ci sono molti modi per fare polemica politica. Uno - desueto - è quello di prendere delle idee, o dei fatti, e contestarli sulla base di altre idee o di altri fatti. Per esempio è legittimo sostenere che il potere dei magistrati è eccessivo (noi lo facciamo spesso) e spiegare perché. O che è eccessivo il potere della politica, o dei sindacati, o che è sproporzionato il potere del diritto (lo fanno spessissimo quasi tutti gli altri giornali e quasi tutti gli intellettuali).Poi c’è un altro modo di fare polemica. Più diretto, più semplice. Non richiede grandi ragionamenti: si prende un tizio che ci sta antipatico, si lega ad un palo e si riempie di manganellate. Un po’ anche di fango.E’ possibile fare questo in modo fisicamente violento (ma è proibito) oppure usando a mo’ di manganello un articolo di giornale (ed allora è lecito e in genere molto apprezzato).Si chiama il “metodo Farinacci” (poi vi spieghiamo perché).Ieri, sempre per esempio, il “metodo Farinacci” lo ha usato Il Fatto Quotidiano con l’editoriale del suo direttore che ha legato al palo Franco Bassanini e lo ha riempito di manganellate e fango. In un lunghissimo articolo dedicato a lui e al suo bassissimo valore morale.Perché? Perché Bassanini è considerato il capo del comitato per il Si al referendum. E dunque è un renziano. E dunque è un venduto. E dunque un essere un pochino schifoso visto che il direttore del“Fatto“ definisce la riforma costituzionale approvata dal Parlamento una “schiforma“ (anche in questo linguaggio c’è moltissimo di Farinacci).Bassanini è accusato di svariate ignominie. Soprattutto tre. La prima delle quali è quella di essere vecchio. La seconda è quella di essere stato (e forse di essere ancora) craxiano. La terza è quella di aver appartenuto alla corrente della sinistra ferroviaria (nel Psi).Effettivamente Bassanini è anziano, ha 76 anni, mentre i capi riconosciuti del fronte del No (Gustavo Zagrebelsky e Stefano Rodotà) sono poco più che adolescenti. Dunque l’accusa di Travaglio è sacrosanta e incontestabile. Avere una storia, esser stato il capo degli studenti universitari cattolici, essere stato per anni uno degli intellettuali di punta della sinistra italiana, aver esercitato con autorevolezza il ruolo di docente di diritto costituzionale, essersi opposto, persino con l’ostruzionismo all’abolizione della scala mobile (proposta dal governo Craxi), aver riformato la burocrazia, eccetera eccetera eccetera, sono colpe che Bassanini farebbe bene ad ammettere. Come ammettevano, senza fare storie, i suoi coetanei quando i ragazzini di Pol Pot li processavano. La giovinezza è una virtù - si sa -, aver vissuto è un’infamia. Anche qui vale l’insegnamento di Farinacci (che spesso cantava una canzone, famosa, che diceva così: «giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza, nel fascismo è la salvezza, della nostra libertà: per Benito Mussolini, eja eja alalà».La seconda accusa invece è falsa. Ma nella polemica alla Frinacci la falsità è ammessa.Bassanini in realtà si è sempre opposto a Craxi. E’ uscito dal partito socialista in polemica con Craxi. a sempre combattuto Craxi. Dicono che si sia persino beccato uno schiaffone da Craxi.Ed è falsa anche la terza accusa. Dire “sinistra ferroviaria era un modo sprezzante (anche quello un po’ farinacciano) per chiamare la corrente del Psi che faceva capo a Claudio Signorile. Una corrente che nacque negli anni 80, ma Bassanini non era più nel Psi. In precedenza Bassanini aveva appartenuto (insieme a Signorile, Bertinotti e tanti altri) alla corrente di tal Riccardo Lombardi, che forse M. T. non conosce ma che qualche anno fa - seppur vecchio, e dunque colpevole - era abbastanza famoso.P. S. 1- Ora vi sveliamo chi era Frinacci. Era il ras di Cremona del regime fascista. Fceva il giornalista d’assalto, il polemista un po’ ruvido. Era l’ideologo dello squadrismo. Usava i giornali per demolire i nemici. Ne sceglieva uno, lo insultava a morte, lo indicava al ludibrio pubblico. Gli riusciva bene. Aveva un linguaggio molto scurrile. Alla fine Mussolini lo mise da parte, perché lo riteneva un estremista.P. S. 2- -Vi sveliamo anche chi era Riccardo Lombardi, il maestro di Bassanini. Era uno studente cattolico di sinistra, negli anni 20, cospiratore antifascista, carcerato antifascista e poi confinato, partigiano e poi capo della Resistenza. Direttore dell’Avanti!. Infine leader della sinistra socialista, ministro nel primo centrosinistra, uscito dal governo nel ‘64 per dissensi (da sinistra) con Nenni.