"La procedura di sospensione" dal Movimento 5 stelle "è iniqua e illegittima, espressione di un evidente caso di abuso del diritto e gli assunti in esso contenuti del tutto privi di fondamento". Lo ha ribadito Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, sostenendo che "nello Statuto non si parla di procedure di sospensione e quindi non si è violato nessun principio. Il regolamento - ha proseguito - è stato pubblicato, ma non ha validità, non è mai stato votato da nessuna assemblea". Il sindaco di Parma ha poi aggiunto che nello scrivere le contro deduzioni si è andati a esaminare anche il regolamento di Camera e Senato del Movimento, "che è certo applicabile ai deputati e ai senatori ma non ai sindaci, comunque anche quel regolamento non lo avremmo violato". Pizzarotti, quindi, dice di non capire come si sia arrivati "all'inquisizione da parte di qualcuno che non si palesa".Intanto, i vertici del Movimento sembrano decisi a rinviare l'espulsione del sindaco di Parma a dopo le elezioni del 5 giugno. Secondo quanto si apprende, la manovra difensiva inviata dal sindaco di Parma per scongiurare la sua espulsione dal Movimento, non avrebbe fatto cambiare l'orientamento maturato da Beppe Grillo e dal Direttorio di cacciare Pizzarotti e vietargli l'uso del simbolo.Pizzarotti ribatte ai vertici dei 5 Stelle stilando una serie precisa di richieste, che sembra puntare ad una resa dei conti interna sulle questioni che, negli ultimi mesi, hanno portato un'escalation di tensione nel movimento. La prima è quella di "ristabilire un nuovo rapporto di confronto, condivisione e discussione tra il centro e le periferie, che sia più efficace, stutturato e che tenga conto delle esigenze dei territori". Seconda richiesta: "Indire per la prima volta e ufficialmente tavoli di lavoro, di collaborazione e di impegno comuni tra le istituzioni del Movimento che guidano le città, al fine di condividere linee politiche ed esperienze, in modo da rendere le singole esperienze patrimonio tutti". Terza: "Studiare una formula efficiente e strutturata di dialogo tra gli eletti di vario grado del Movimento 5 Stelle, non solo online ma anche dal vivo, oggi legati esclusivamente da rapporti di conoscenza e di amicizia, ma totalmente slegati dal punto di vista organizzativo e programmatico". Quarta richiesta: "Garantire la possibilità per eletti ed attivisti di esprimere le proprie idee attrraverso tavoli discussione o meetup nazionali - come se ne facevano un tempo - atti a discutere, definire e stabilire regole interne chiare a tutti, indirizzi programmatici e politici del Movimento poichè se ognuno di noi vale uno, chiunque ha il diritto di contribuire a far crescere il Movimento 5 Stelle". E ancora, quinta richiesta: "Supportare concretamente i territori. Non è possibile che nelle città in cui si governa vengano tollerati gruppi scissionisti o meetup in opposizione sotto il simbolo del M5S. È dovere del responsabile dei Comuni recarsi in tutte le città 5 Stelle, Parma compresa, per ascoltare le esigenze e le esperienze di Giunta e consiglieri". Infine, la sesta e ultima richiesta di Pizzarotti: "Ricevere una riposta chiara e definita rispetto ai consiglieri comunali che sono usciti dal nostro gruppo e che, a differenza di altri comuni, non sono stati espulsi dal Movimento, generando così confusione tra i cittadini e creando conflitti in consiglio comunale". Pizzarotti conclude le 5 pagine di 'controdeduzionì così: "Credo che tutto questo renderebbe il nostro Movimento più consapevole e maturo. Di fatto un Movimento che si prepara a governare. Su questo obiettivo comune, se lo si vorrà, si potrà scrivere un nuovo inizio"."Se verrà revocata la mia sospensione io sarò felicissimo di rimanere a fare parte a pieno titolo del M5S, ma chiedo anche che finalmente certe richieste (che non sono solo mie, ma di tantissimi attivisti ed eletti) vengano ascoltate". Così Federico Pizzarotti nelle sue controdeduzioni inviate ai 5 Stelle.