Probabilmente sono state più le volte nelle quali ho litigato o comunque non mi sono trovato d’accordo con Marco Pannella che quelle in cui mi sono trovato d’accordo. Ciò era nella natura del personaggio che a ogni sua sortita provocava fortissimi consensi e durissimi dissensi.In ogni caso alla iniziativa di Marco Pannella e di Loris Fortuna sul divorzio è’ legata una delle fasi più belle della mia vita quando da responsabile stampa e propaganda de psi partecipai in prima fila a quella battaglia. Allora non sbagliammo un colpo e invece Fanfani e la DC sbagliarono tutto. Anche i comunisti non è che avessero capito molto: ci dissero fino alla vigilia del voto che noi e i Radicali non comprendevamo nulla della natura profonda della Italia e che saremmo stati sconfitti clamorosamente. Organizzammo una grande manifestazione "laica" a piazza del Popolo: parlarono Ugo La Malfa, Malagodi, Pietro Nenni, Ferruccio Parri e Marco Pannella. Negli anni successivi Pannella fu un vulcano, invento’ una serie di battaglie straordinarie, alcune a mio avviso anche bislacche, tutte però condotte sempre con una fantasia straordinaria. Sempre condivisibile e’ stata la battaglia condotta da lui e dal Partito Radicale sullo stato delle carceri, sulla condizione dei carcerati: una battaglia sacrosanta, ancora del tutto aperta e tutt’altro che vinta. Un punto di contraddizione di Pannella e’ il seguente: da un lato egli ha sempre polemizzato contro la partitocrazia, ma nel contempo egli è stato il leader e l’assoluto padrone del Partito Radicale del quale non ha mai curato l’espansione elettorale, anzi era evidente che lui puntava su un nucleo di militanti, votati alla causa, pronti a sacrificare giorni e notte senza alcun interruzione: per Marco la più bella vacanza era quella di passare la domenica o nel visitate un carcere o nel fare una manifestazione mordi e fuggi. Quindi sulla dialettica su anti partitocrazia- partitismo Marco e’ stato una contraddizione vivente. Una cosa che non gli perdono: quella di aver consigliato e convinto Bettino Craxi di eleggere Oscar Luigi Scalfaro come Presidente della Repubblica, un scelta rivelatasi disastrosa. Una cosa e’certa: dopo la sua morte e’ sicuro che la vita politica italiana sarà’ più piatta e burocratica di oggi. Una ultima cosa: non ho capito perché nessun presidente della Repubblica lo ha nominato senatore a vita. Ho posto il problema in tempi non sospetti, ma non ho mai avuto risposte.