L'Italia è formalmente imputata di fronte alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, con l'accusa di non aver protetto la vita e la salute di 182 cittadini di Taranto dagli effetti negativi delle emissioni dell'Ilva. La Corte di Strasburgo ha ritenuto sufficientemente solide, in via preliminare, le prove presentate, e ha così aperto il procedimento.IL PROCESSOIntanto è ripartito stamattina, dopo una pausa di alcuni mesi, il processo per il disastro ambientale dell'Ilva a Taranto. E riparte dopo l'azzeramento che c'è stato a seguito dell'errore, riscontrato dalla Procura, nei verbali dell'udienza preliminare dello scorso luglio - mancava l'indicazione del nome di un difensore accanto a degli imputati - che ha costretto a tornare ad una nuova udienza preliminare e quindi ad una nuova requisitoria dei pm e a nuovi interventi della difesa. La nuova udienza preliminare si è conclusa lo scorso febbraio ma ha confermato le conclusioni cui era giunta quella precedente: 47 rinvii a giudizio, di cui 44 nei confronti di persone fisiche e 3 verso altrettante società. Da oggi, dunque, verranno processati in Corte d'Assise amministratori ed ex amministratori pubblici, alcuni esponenti della proprietà Riva, dirigenti ed ex dirigenti dello stabilimento siderurgico di Taranto. L'accusa più grave è quella di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale nei confronti di Fabio e Nicola Riva, ex amministratori Ilva e della holding Riva Fire. Per altri imputazioni rispondono gli ex direttori dell'Ilva di Taranto, Luigi Capogrosso e Adolfo Buffo, l'ex governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, l'ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, l'ex assessore regionale della Puglia, Nicola Fratoianni, oggi parlamentare, l'ex direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, l'attuale sindaco di Taranto, Ezio Stefano.Oggi in aula è atteso anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che rappresenterà la costituzione parte civile dell'ente nel processo, parte civile decisa dalla giunta Vendola in una seduta svoltasi tempo fa in una seduta presieduta dall'allora vice presidente Angela Barbanente. Ma oggi, nell'udienza Ilva, ci sarà anche il nuovo procuratore capo di Taranto, Carlo Maria Capristo, che arriva dalla Procura di Trani, il quale nel suo discorso di insediamento del 6 maggio ha detto che sul processo Ilva come su altri rilevanti si deve procedere con rigore ma evitando spettacolarizzazioni mediatiche, ed evidenziato, altresì la necessità che accanto alla difesa della produzione e del lavoro, si rispettino anche salute e ambiente. Il processo di oggi si avvierà regolarmente perchè ieri la Corte d'Appello di Taranto ha respinto l'istanza di ricusazione verso il presidente del collegio dell'Assise, Michele Petrangelo, presentata dagli avvocati di un imputato, l'ex assessore della Provincia di Taranto, Michele Conserva. Istanza respinta per carenza di documentazione. Gli avvocati di Conserva non rinunceranno alla loro battaglia ma intanto oggi il processo per l'Ilva a Taranto parte per la seconda volta."È un processo molto impegnativo. È importante la presenza del governatore Emiliano che ha rinnovato la costituzione di parte civile della Regione Puglia. Siamo animati tutti da uno stesso obiettivo: avere in tempi rapidi una sentenza che accerti la verità". Lo ha dichiarato Carlo Maria Capristo, nuovo procuratore della Repubblica di Taranto, alla ripresa, oggi, del processo in Corte d'Assise per il disastro ambientale dell'Ilva contro 47 imputati, di cui 44 persone fisiche e 3 società, Ilva, Riva Fire e Riva Forni Elettrici. Presidente della Corte è Michele Petrangelo, lo stesso magistrato che ha presieduto il primo processo in Assise poi interrotto a dicembre 2015. "La Regione Puglia è parte civile in questo processo e quindi lo seguirà con attenzione - ha detto Emiliano - ci coordineremo nell'attività istruttoria con la Procura della Repubblica e con le parti civili. Cercheremo di consentire al processo di procedere più velocemente possibile. La Regione Puglia farà le sue richieste di risarcimento danni nei confronti degli imputati che riterrà responsabili".