La legge sulle Unioni civili "sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia, anche se si afferma che sono cose diverse: in realtà, le differenze sono solo dei piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici giuridici facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale,così già si dice pubblicamente, compresa anche la pratica dell'utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà". Lo ha detto il Presidente della Cei, Cardinale Angelo Bagnasco, che nella relazione all'assemblea generale dei vescovi è tornato ad attaccare la legge sulle unioni civili. Dal governo a stretto giro è giunta la replica del ministro dell'Interno, Angelino Alfano: "Lo dico con il rispetto che ho sempre avuto e continuerò ad avere del cardinale Bagnasco, ma la sua interpretazione della legge sulle unioni civili, come lasciapassare per l'utero in affitto, non corrisponde a quanto in quella legge c'è scritto", ha dichiarato il ministro, e ha specificato ancora: "Nella legge che abbiamo votato le unioni civili sono un nuovo istituto nettamente e non nominalisticamente diverso dal matrimonio, non sono previste le adozioni per le coppie omosessuali nè nella forma diretta nè nella forma indiretta della stepchild adoption. Meno che mai si accenna all'utero in affitto che non potrà certo essere in futuro introdotto nella nostra legislazione in base a questa norma. Di questo i tribunali dovranno tenere necessariamente conto: c'è un nuovo istituto, le unioni civili, che ha diritti e doveri, tra i diritti non è contemplato quello dell'adozione. Non difendo questa legge - ha chiarito Alfano - come espressione della morale cattolica, non lo era neanche la legge 40, non lo sono moltissime leggi dello Stato, ma rivendico il lavoro di mediazione fatto nelle circostanze politiche date rispetto al testo originario che prevedeva, quello sì, il similmatrimonio e la stepdchild adoption come grimadello per la legittimazione dell'utero in affitto". Bagnasco nella sura relazione ha parlato anche del sostegno alle famiglie: "Si avverte l'urgenza - ha sottolineato il cardinale - di una manovra fiscale coraggiosa, che dia finalmente equità alle famiglie con figli a carico. Gli esperti dicono che la messa in atto del cosiddetto 'fattore famiglià sarebbe già un passo concreto e significativo". Fronte di preoccupazione per i vescovi è la natalità. Bagnasco ha parlato di "inverno demografico", e ha commentato: "Ad oggi, si vedono segnali positivi di sostegno e promozione della famiglia che, oltre ad essere il grembo naturale della vita, è palestra di umanesimo, di virtù civili, di socialità e di educazione nell'intreccio di generazioni e di generi, primo ammortizzatore sociale. Tali segnali hanno, però, bisogno di essere incentivati e, soprattutto, di diventare strutturali".