E’ logico, è naturale che un presidente emerito della Corte Costituzionale chieda al Presidente della Repubblica di mettere a tacere il Presidente del Consiglio e impedirgli di fare campagna elettorale?Oppure: è logico, è naturale che un presidente emerito della Corte Costituzionale, che è anche presidente del comitato per il No al referendum costituzionale, chieda al Presidente della Repubblica di impedire a un segretario di partito (e cioè sempre a Matteo Renzi) di usare gli argomenti che vuole per la campagna elettorale a favore del sì al referendum costituzionale? Cioè chieda al Quirinale di limitare la libertà di espressione, o anche di propaganda, del capo del partito di maggioranza (ma se fosse di minoranza non cambierebbe molto)?Diciamo di no. Diciamo pure che se un osservatore politico esterno, che non sapesse niente delle recenti vicende italiane, venisse a conoscere questa richiesta, penserebbe, inevitabilmente, alla provocazione di qualche gruppo di estrema destra.Ora però si dà il caso che le richieste di imbavagliare il premier vengano da Gustavo Zagrebelsky (che appunto è un ex presidente della Consulta ed è il capo del comitato per il No); ed è difficile immaginare Zagrebelsky con il fez e il manganello. La sua biografia testimonia a favore di una profonda fede democratica. Eppure le richieste che ha fatto l’altro giorno al salone del libro di Torino, presentando un volume di Salvatore Settis (che è un grandioso storico dell’arte, ma non è detto che arte e politica sempre coincidano...) sono - come si diceva una volta - di stampo fascista. Uso questo parola, molto aspra, e magari un po’ imprecisa, perché nella politologia italiana - per ragioni storiche - si fa coincidere di solito autoritarismo e fascismo (in altri paesi, magari, si direbbe: di stampo comunista).Zagrebelsky, dunque, non è fascista, tutt’altro. Ma la sua presa di posizione contro Renzi lo è. Questo vuol dire che nella politica italiana sta succedendo qualcosa di molto molto complicato, e probabilmente di molto pericoloso, perché da settori storicamente e fortemente democratici vengono messi in discussione i principi essenziali della democrazia politica. In nome di che? Non so, non sono sicuro, ma ho l’impressione che vengano messi in discussione in nome dell’etica. E cioè che si tenda a contrapporre lo stato democratico (corrotto e in decadenza) con lo stato etico (integerrimo e autolegittimato). Già: lo “stato Etico”. Vi dice qualcosa?La richiesta di Zagrebelsky è stata rilanciata con enorme evidenza dal “Fatto Quotidiano” (che è il giornale leader di questo schieramento “eticista”) il quale ha aperto a tutta pagina l’edizione di ieri con un titolo assolutamente esplicito: «Mattarella fermi Renzi». Titolo di per se legittimo, se si riferisse a qualche provvedimento legislativo che Renzi sta adottando e che viene giudicato anticostituzionale. Ma non è così. Il sottotitolo del “Fatto” è chiarissimo: «Zagrebelsky: il premier semina paura contro il No». C’è poco da discutere, è un intervento sui toni della campagna elettorale di Renzi (in particolare Zagrebelsky si lamenta per l’atteggiamento da ultima spiaggia di Renzi e per il suo annuncio che se perde il referendum se ne va) e una richiesta di limitazione dall’alto di questa campagna elettorale, sicuramente in contrasto aperto con l’articolo 21 della Costituzione («tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione»), e con ogni principio di democrazia, da svariati secoli a questa parte. Possibile che il professor Zagrebelsky non conosca l’articolo 21 della Costituzione? Non è possibile. Probabilmente il professore si sente autorizzato, in una situazione che considera di emergenza, a sollecitare provvedimenti di emergenza, anticostituzionali, direttamente al Quirinale.La circostanza colpisce soprattutto se si pensa che in occasione delle ultime e delle penultime elezioni presidenziali (che poi portarono al Quirinale prima Napolitano e poi Mattarella) Zagrebelsky fu proposto come candidato presidente. E se fosse stato eletto? Ora ci troveremmo di fronte a un presidente della Repubblica che toglie il diritto di parola al premier? Un po’ come è successo in Turchia. Viene qualche brivido.  (Come vennero i brividi, cinque anni fa, quando il professor Asor Rosa, in un articolo sul manifesto, chiese che intervenissero i carabinieri per fermare Berlusconi. I carabinieri non intervennero, intervenne la Finanza Internazionale e Berlusconi fu fermato...)L’offensiva di Zagrebelsky ha coinciso con una nuova “avanzata” del partito dei Pm. L’altro giorno il Procuratore di Torino, Armando Spataro (che è uno dei leader della corrente di Area e della sottocorrente movimento per la giustizia) ha mandato una lettera agli amici di corrente nella quale usa toni da vero e proprio leader di partito. Scrive Spataro: «Mentre si susseguono in lista le adesioni alla "Campagna per il NO" con ottime soluzioni (purché Area scenda in campo), vi metto al corrente degli eventi che si susseguono: oggi a Torino, nella Fabbrica delle "e", sede del Gruppo Abele, ho partecipato alla mia quarta manifestazione a sostegno del No con Gustavo Zagrebelsky, Livio Pepino, Maurizio Landini, Giangiacomo Migone con centinaia di persone partecipanti. Hanno parlato anche tanti giovani universitari, c’è stata musica e entusiasmo e solidarietà per i magistrati. Forza, non perdiamo tempo».Leggete bene queste righe. Si capiscono due cose. La prima è che Spataro punta a costruire sella campagna del No il rafforzamento del partito dei magistrati.  (Altrimenti non si capirebbe quell’accenno alla solidarietà coi magistrati in una discussione che invece dovrebbe riguardare la riforma del Senato). La seconda cosa che si capisce è che Spataro si considera segretario di questo partito.