Che Vittorio Sgarbi non ami le mezze misure è risaputo. E il noto critico d’arte, nel dibattito tra magistrati e politica, si schiera apertamente con la seconda, senza pensarci su: «Anche le pietre sanno come la penso. Sono il primo ad avere denunciato una deriva giustizialista e la situazione non è certo migliorata. Davigo a capo dell’Anm per me rappresenta la profanazione del tempio della giustizia. Lo dimostrano il proliferare di contestazioni di reato improbabili e gli arresti insensati come quello del sindaco di Lodi. I giudici d’altronde non conoscono la lingua italiana, figurarsi i codici... ».Perché è così critico con il segretario dell’Anm?Davigo ci aveva detto: “Dobbiamo rivoltare l’Italia come un calzino”. Per me è disgustoso sentire questo paragone e le dichiarazioni generali e astratte sulla corruzione sono inaccettabili. La realtà è che lui e Di Pietro hanno distrutto la vecchia politica e quindi grazie a loro la situazione è peggiorata. Sono i responsabili dello scardinamento dei valori reali. Prima i partiti rappresentavano dei santuari in cui c’era chi aveva ideali e chi invece portava denaro per pagare le sezioni. Ora quando qualcuno ruba lo fa soltanto per sé.C’è qualcuno nel mirino della magistratura?La situazione è drammatica, perché un potere dello Stato con arroganza e prepotenza ha deciso, una volta sparito Berlusconi, di scaricarsi su Pd e Cinque Stelle. Ci vorrebbe un presidente della Repubblica come Cossiga. Se uno è colto in fragranza di reato e la colpevolezza è oggettiva o se vi è una testimonianza certa della sua responsabilità è un conto. Se invece non vi sono elementi di certezza, le inchieste sono totalmente infondate e creano alterazioni politiche, violano la libertà individuale, mortificano chi non ha fatto nulla, confondono il crimine con l’errore. Una cosa è rubare in quanto corrotti, altra fare valutazioni amministrative. Penso tutto il male possibile dei magistrati. Mi fanno schifo sia i corrotti, come Verdini, che i giudici.Il Movimento 5Stelle, dopo avere attaccato gli altri partiti sul tema si trova di colpo coinvolto nelle vicende giudiziarie di alcuni suoi esponenti.Ho già detto a Grillo che ha sbagliato tutto dall’inizio. Non dovevano legarsi al giudizio dei magistrati come se rappresentasse un responso divino. Un’autorità esterna non può decidere come come deve essere organizzato all’interno il tuo partito. È un grave errore e ora ne pagano le conseguenze. Adesso bisogna capire come uscirne...Una situazione simile a quella della Lega Nord: da accusatori ad accusati.Nel 1996 iniziarono a capire che avevo ragione io, quando arrivarono i primi attacchi di Papalia a Verona alla magistratura, che reagì in modo ripugnante, indagando su Maroni. Lo stesso dovrà fare adesso Grillo. Il metro di giudizio non è quello dei magistrati, altrimenti il partito stesso non ha senso. Chi è con te non può essere subordinato alla valutazione, spesso capricciosa, dei giudici.Nogarin e Pizzarotti hanno, però, subito un trattamento diverso.A Livorno con Nogarin abbiamo assistito a un’altra insensatezza. Ma soprattutto la posizione di Pizzarotti è aberrante, grottesca. Il primo cittadino è una persona seria e onesta. Perché dovrebbe subire il processo dei giudici e anche quello dei suoi colleghi, che gli chiedono conto e ragione della sua condotta? Siamo di fronte a due tribunali invece di uno? A mio avviso la nomina di due funzionari del teatro di Parma non può portare a un’indagine per abuso di ufficio. Il sindaco ha il mandato dei cittadini per scegliere i suoi collaboratori.Non può negare che esiste la corruzione.Sono abbastanza colpito dalla corruzione serpeggiante, che è individuale. La soluzione non è attaccare nel mucchio. La magistratura dal punto di vista morale ha una responsabilità pazzesca, molto più grande della politica. Ha messo un’ondata di merda nel ventilatore, che si diffonde ovunque, e poi non ha nulla a che fare con il reato che magari non sussiste.Si riferisce a qualche caso in particolare?Le inchieste sessuali su Berlusconi sono esemplificative. Questa è gente miserabile, che fa soltanto pettegolezzi, diffondendo intercettazioni che sono semplicemente grottesche.Lei si è espresso con chiarezza anche sulla vicenda Thyssen, l’azienda tedesca sul banco degli imputati per le sette morti nello stabilimento di Torino del 2007.Quella condanna rappresenta un’altra barbarie. Uno che si occupa di marketing e ha l’incarico di vendere l’acciaio, non può andare in galera per sette anni per motivi di sicurezza della fabbrica. Solo perché Guarinello deve dimostrare di avere trovato i colpevoli. Allora se crolla il tetto della scuola, la colpa se l’assumerà il bidello? In ogni settore c’è qualcuno che inventa imputazioni che non c’erano. E per me anche Bossetti, imputato dell’omicidio di Yara, è sicuramente innocente.