«Certo che hanno paura». Beniamino Migliucci non ha dubbi: la politica è prigioniera della magistratura e dei suoi giudizi preventivi. Tende a legiferare «in modo da non mettersi contro le indicazioni dell’Anm». Adesso con Davigo è anche peggio. Il nuovo leader dell’Associazione magistrati alza il tiro di continuo. «Le sue uscite non sono state affidate al caso», secondo il presidente dell’Unione Camere penali. Che a sua volta ha scelto in modo non casuale le date dello sciopero dei penalisti: 24, 25 e 26 maggio. «Il 25 scadono i termini per la presentazione degli emendamenti al ddl sul processo penale, che contiene anche le norme sulla prescrizione». E proprio la “riforma” della prescrizione è il tema più caldo tra quelli che hanno spinto verso i tre giorni di astensione dalle uidienze.La stretta sulla prescrizione dipende anche dall’ansia del governo di non farsi attaccare dalla magistratura nel pieno della campagna referendaria?Potremmo anche sganciare quest’ansia dalla scadenza referendaria. Si è sicuramente consolidata la tendenza, per la politica, a cercare un consenso semplice attraverso la legislazione penale. E a non mettersi contro le indicazioni della magistratura. Certo, ci sono le opinioni difformi di magistrati come Cantone, Nordio...Sono eccezioni isolate:Appunto. E la politica resta schiacciata dalla paura che, in caso di mancata approvazione delle norme suggerite dai giudici, chi dice che i politici sono tutti corrotti possa avere gioco facile.Se non approvo la prescrizione super dimostro che sono corrotto anch’io.Ecco. Si resta intrappolati in una visione manichea: il bene da una parte, il male dall’altra. Sono un po’ questi i termini in cui l’ha messa Davigo.Non vede segni di reazione, dal parte del governo?Sono contraddittori. Renzi ha detto giustamente che bisogna aspettare le sentenze. Poi però una candidata viene esclusa dalle liste del Pd perché è indagata per diffamazione. Se elimini quella candidata accrediti l’idea che le indagini costituiscano già una condanna.Teme che d’ora in poi si agirà in modo da togliere a Davigo ogni possibile argomento?Quello che passa è uno degli ultimi treni che ha la politica per affermare la propria autonomia e indipendenza dalla magistratura. Certo, il presidente dell’Anm è stato molto abile: ha alzato il livello dello scontro, ha detto che la politica è corrotta e che se non si fanno determinate leggi, il Parlamento dimostra di essere dalla pare di chi delinque.È il teorema di fondo.Ragionamento suggestivo quanto sbagliato: cosa dovremmo dire allora, che un magistrato che sbaglia dimostra che è tutta la magistratura a sbagliare? Vorrei ricordare una cosa.Prego.Al ministero della Giustizia, con Orlando, abbiamo almeno un avvocato nell’ufficio legislativo, ma in tutti i ministeri resta la netta maggioranza dei magistrati. Che scrivono le norme, le interpretano e le criticano pure.Nella tre giorni tenterete di fare anche chiarezza sui dati della prescrizione.Che peraltro sono già stati esposti con chiarezza dal Guardasigilli. Ha spiegato come ci siano uffici giudiziari con serie carenze di organico dove le prescrizioni non incidono affatto, a fronte di sedi meglio presidiate e con più procedimenti scaduti. Vuol dire che l’estinzione dei reati dipende da disfunzioni organizzative.E non dagli avvocati.Se lo Stato ha problemi di questo tipo, che si riflettono sull’applicazione dell’articolo 111 della Costituzione che impone la ragionevole durata dei processi, come può far ricadere la propria inefficienza sui cittadini, e allungare ulteriormente i processi con la prescrizione super?I dati di Orlando dicono anche che le prescrizione nella fase preliminare sono scese dal 70 al 60 per cento.Sì ma sono aumentate le prescrizioni in primo grado: vuol dire che i processi muoiono due minuti dopo la fine delle indagini. Siamo sempre lì. Se le Procure hanno ogni anno un 10 per cento di fascicoli che non vengono smaltiti, le prescrizioni sono inevitabili. Una legge che invece di proporre soluzioni per evitare quell’ingolfamento dice ‘allunghiamo tutto’ è una legge truffa.Perché l’estinzione dei reati è diventata un tema così importante?Perché è connessa alla natura stessa del nostro processo. Allungare i termini significa dilatare soprattutto i tempi delle indagini. Il che vuol dire che la prova non si forma più nel contraddittorio tra le parti davanti al giudice, cioè nel processo, come prevede il nuovo codice di tipo accusatorio. Con la prescrizione e le indagini lunghissime si torna al modello inquisitorio.La vostra iniziativa davvero scuoterà il Senato?Nei giorni di astensione organizzeremo a Roma una manifestazione di cultura e politica giudiziaria. Saremo nei giorni degli emendamenti sulla prescrizione, noi discuteremo anche di intercettazioni, dell’uso di tecnologie invasive nelle indagini come i ‘trojan horse’, che ci portano verso uno Stato orwelliano, di sentenze della Cassazione che riteniamo regressive come quelle che non consentono la presenza del difensore quando si decide di sequestri.Dal punto di vista dell’Anm la vostra è una visione del mondo ribaltata.E noi ci auguriamo che la politica ascolti tutti: la magistratura come l’avvocatura e l’accademia, ma che poi abbia l’autorevolezza per fare una sintesi secondo gli equilibri previsti dalla Costituzione.