Un «zerovirgola» in meno alla volta, la crescita Pil del 2016 si fa sempre più timida mano a mano che il tempo passa. Già il Documento di economia e finanza approvato il mese scorso aveva tagliato le stime sulla crescita rispetto ad autunno, ipotizzando un aumento del Pil dell’1,2% contro l’1,6% pronosticato dal governo a settembre. Ora, secondo le ultime previsioni economiche diffuse da Bruxelles, quest’anno il Prodotto interno lordo dell’Italia crescerà invece solo dell’1,1%. I numeri che Bruxelles ha scrutato nella sua sfera di cristallo preoccupano anche dal punto di vista del debito: l’Ue, a differenza dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi, non si aspetta un calo del debito nel 2016, nonostante le nuove regole europee prevedano che a partire da quest’anno l’Italia lo riduca di un ventesimo.La ripresina, insomma, c’è. Ma per Bruxelles la crescita dell’Italia è a rischio ricadute. Anche perché oggi numerosi fattori minacciano l’economia europea: le tensioni geopolitiche, il prezzo del petrolio, la lentezza con cui vengono attuate le riforme strutturali nella zona euro, il rischio Brexit e la crescita più bassa dei mercati emergenti. La Commissione ha nuovamente tagliato le stime sul Pil dell’Eurozona per il 2016 e il 2017: prevista quest’anno una crescita del Pil europeo dell’1,6% (contro l’1,7% pronosticato in precedenza) e dell’1,8% per il 2017. Tornando all’Italia, nel 2017 l’Ue stima che il Pil crescerà dell’1,3%. Per quanto riguarda invece il debito, Bruxelles ritiene che rimarrà stabile nel 2016 rispetto al 2015, mentre nel 2017 dovrebbe scendere al 131,8% del prodotto interno lordo.Dalla sua, l’esecutivo per contenere il debito punta ancora sulle privatizzazioni, che quest’anno stando alle previsioni dovrebbero fruttare un mezzo punto di Pil. L’Ipo di Ferrovie dello Stato però è stata rimandata a data da destinarsi. E per metterci una toppa si è anche pensato a una nuova immissione sul mercato di azioni di Poste italiane. Per Bruxelles, il deficit pubblico dell’Italia è atteso invece al 2,4% del Pil nel 2016 e all’1,9% nel 2017. Un calo marginale dovuto alla natura espansiva della Legge di Stabilità 2016. La Commissione ha sottolineato il rischio di un peggioramento del saldo strutturale di oltre un mezzo punto percentuale. Pesa il previsto aumento della spesa pubblica dell’1,5% annuo in termini nominali. Per il 2016 Roma inizialmente aveva promesso di ridurre l’indebitamento all’1,4% del Pil, poi al 2,4%.È sulla base di queste previsioni di primavera che Bruxelles si esprimerà nelle prossime settimane sulle politiche economiche e strutturali del governo Renzi: è atteso per il 18 maggio il giudizio definitivo sulla legge di Stabilità italiana con il documento sulle cosiddette raccomandazioni «country specific». È probabile che vengano richiesti soltanto dei ritocchi mirati. Il Commissario agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici ha anche spiegato che la Commissione europea sta valutando con le autorità italiane la possibilità di concedere flessibilità secondo quanto previsto dal patto di stabilità e crescita.