Ritiene la candidatura di Alfio Marchini a Roma “incoraggiante”. Ma soprattutto Duccio Trombadori, figlio di Antonello (partigiano gappista, intellettuale e dirigente del Pci che sfuggì per un pelo alle Fosse Ardeatine) elogia «la scelta coraggiosa e indipendente di Alessandra Mussolini». Perché proprio lei, la nipote del Duce, da capolista di Forza Italia appoggerà l’erede di una dinastia rossa, di anti-fascisti delle Brigate Garibaldi. A Silvio Berlusconi dà atto di “pragmatismo” e di aver fatto una scelta diversa dalla “demagogia populista di Salvini e Meloni”. Ecco il puzzle che su Marchini e la sua storia si ricompone nel quadro “dipinto” in questa intervista con Il Dubbio da Trombadori junior, giornalista, critico d’arte, pittore, sulle orme di papà Antonello. Viene fuori la storia della grande amicizia tra Antonello e Alvaro Marchini (prozio di Alfio, colui che donò al Pci la sede di Botteghe Oscure), con sullo sfondo anche ricordi di Luigi Petroselli, Enrico Berlinguer e Bettino Craxi…Trombadori, lei in anticipo su molti disse che Marchini era il miglior candidato. Ora che Alessandra Mussolini farà la capolista di Forza Italia, resta dello stesso parere? Suo padre fu mandato al confino dal Duce…Sono ancora di più favorevolmente sorpreso. Alessandra dimostra di essere una persona capace di superare cose che ormai fanno parte del passato. I Marchini sono una famiglia antifascista fin dagli anni del fascismo e la sua storia va ben al di là della lotta partigiana. Il nonno di Alfio e il fratello Alvaro padre di Simona combatterono eroicamente nelle zone di Roma e di Terni. Erano figli di un imprenditore, prima operaio edile socialista e comunista…Sta dicendo che quindi anche Marchini accettando la Mussolini ha superato la sua storia?L’ha superata soprattutto Alessandra, dimostrando coraggio e lungimiranza politica. Mette da parte la propria storia. Per guardare ai problemi di Roma appoggia Alfio, prescindendo da schemi di parte e personali. Perché anche quelli ci sono…Ci racconti un po’ i Marchini.Le nostre famiglie hanno un’amicizia antica che nasce fin dalla mia infanzia. Alfio non lo conosco benissimo, me lo ricordo ragazzino, visto che ha vent’anni meno di me, ma conoscevo bene tutti: il nonno e il prozio con i quali spesso ho avuti contatti personali e famigliari, ma anche ma di partito e politici.Quali sono i ricordi personali che più le sono rimasti impressi?Il nonno di Alfio era un uomo estremamente rigoroso e riservato. Godeva di estrema fiducia da parte del Pci, in particolare di Giorgio Amendola con il quale e per il quale mise su le tipografie anche dell’ Unità clandestina. Si dice che i Marchini abbiano fatto fortuna grazie al Pci ma loro erano una famiglia già affermatasi nell’imprenditoria durante il fascismo e dettero loro man forte al Pci e all’antifascismo.E’ la dimostrazione che il Pci, fino a quello di Enrico Berlinguer arrivato a oltre il 30 per cento, attrasse anche grandi fasce di borghesia imprenditoriale…Direi proprio di sì…Ma non crede che anche Berlusconi abbia dimostrato coraggio e lungimiranza superando con “Alfio” tutta la mitologia rossa rappresentata dalla storia della sua famiglia?Non lo so. Non conosco completamente le sue idee, ma so che Alfio viene da una famiglia non solo comunista ma anche vicina al mondo cattolico. Alfio nonno fu una delle persone che mediarono con il Vaticano e la dirigenza vietnamita per trovare forme di sostegno a una soluzione pacifica della guerra del Vietnam. Berlusconi ha scelto di appoggiare una lista civica che ha caratteristiche di centro e di pragmaticità che vanno al di là di steccati ideologici e di parte. E questa linea lo rende meno fazioso e meno fanaticamente ostile al confronto democratico tra opposizione e maggioranza. La sua è una scelta ragionevole e pragmatica.Ci tolga una curiosità, ma è vero che il suo papà Antonello alla fine scelse Bettino Craxi?Mio padre decise in via riservata di votare per il Psi perché voleva da tempo superare la divisione storica tra Pci e Psi e creare una nuova unità.Siamo a pochi giorni dall’anniversario delle monetine…Fu un episodio di teppismo demagogico, non il solo. Penso alla triste fine di Mussolini perché piazzale Loreto mi ha sempre rivoltato. Questo non toglie che Mussolini fu il vero grande responsabile della catastrofe italiana…Alfio potrà rinverdire i fasti di Luigi Petroselli (detto affettuosamente nel Pci Joe Banana) primo sindaco del Pci che risanò le borgate?Questo dipende dal suo programma. Sono interessato da questa visione pragmatica di riunire tutte le forze di buona volontà per risanare Roma con il consenso più largo.Sembra chiaro che voterà Marchini. O no?Guardo con molta fiducia a questa ipotesi. Dipenderà da quanta farina uscirà dal sacco di Marchini… Ma una cosa mi sono dimenticato di dire sulla sua famiglia…Prego.Alvaro Marchini, prozio di Alfio, grande amico del mio papà, e fondatore della Galleria Nuova Pesa, scrisse un libro che apparve anonimo. Era la storia dei fratelli partigiani Marchini: Alvaro e Alfio. Il primo nella clandestinità si chiamava Andrea e l’altro Luca. Mio padre fece la prefazione. Altro che palazzinari.