In questi giorni circa 150mila lavoratori stanno ricevendo una comunicazione dall’Inps. Si tratta delle cosiddette “buste arancioni”, con l’estratto conto dei contributi e la simulazione di quando potranno andare in pensione e quanto prenderanno. Un’operazione “trasparenza” avviata dal pr esidente dell’Inps, Tito Boeri, al fine di informare i futuri pensionati del dramma previdenziale a cui la maggior parte di essi andrà incontro. I più giovani, in particolare, rischiano di dover lavorare fino a 75 anni per poi ricevere una pensione insufficiente per vivere. E’ un allarme giustificato o Boeri sta facendo del “terrorismo sociale”? Felice Roberto Pizzuti, professore di economia presso l’Università di Roma “La Sapienza”, ha le idee chiare.Professore, è giusto lanciare l’allarme?Sì, ma non è una novità. Sono le conseguenze disastrose della riforma Fornero che è del 2011, ossia di cinque anni fa. Bisogna entrare nell’ordine di idee che il sistema pensionistico al momento è più che in salute, infatti il saldo tra le entrate contributive e le prestazioni previdenziali al netto delle ritenute fiscali è in attivo per una ventina di miliardi. Dopodiché se anche questo governo ritiene di utilizzare il sistema pensionistico, come un bancomat a vantaggio del bilancio pubblico, questa è una scelta legittima ma interna a una visione di politica economica che si è dimostrata perdente.D’altra parte gli obblighi di bilancio esistono e non possono essere ignorati...In primo luogo i vincoli europei non sono i dieci comandamenti e possono essere ridiscussi. In ogni caso, il vincolo europeo riguarda il bilancio pubblico in generale. Infatti in Germania, in questo momento, l’età pensionabile è più bassa di quella italiana. Purtroppo siamo avviluppati in una politica economica che cerca di migliorare la competitività non investendo sul capitale umano e sull’innovazione, al fine di aumentare la produttività, bensì attraverso la riduzione dei costi.Uno dei modi per andare in pensione in anticipo potrebbe essere ottenere un prestito dalle banche garantito dall’Inps. Che ne pensa?E’ una opzione in più a disposizione dei lavoratori, però non è certo la soluzione per aumentare le pensioni, anzi è un modo per ridurle, dato che i soldi prestati andranno restituiti una volta andati in pensione, anche se spalmati nel corso degli anni.