Speriamo che sia colpevole, questo disoccupato napoletano che è stato incriminato ieri, accusato di pedofilia e di omicidio volontario. Perché se invece è innocente allora ci troveremmo di fronte a una vera e propria mostruosità giudiziaria. Gli hanno consegnato il mandato di cattura ieri mattina. Accusandolo di avere violentato e ucciso una bambinetta di sei anni. Poi hanno dato il suo nome ai giornalisti e lo hanno indicato come bersaglio per chi volesse dare il via al linciaggioNome cognome, indirizzo di casa e indirizzo di casa della sua compagna. Il linciaggio è iniziato immediatamente. Sui network, sui siti dei giornali (impressionante il linguaggio medievale che si legge sul sito di un giornale moderno e progressista come Repubblica, dove su centinaia di commenti uno solo, firmato da un certo “nonstoconoriana”, aveva le caratteristiche della ragionevolezza e del minimo rispetto del diritto). Poi è iniziato il linciaggio vero e proprio. Fisico. Un gruppo di giustizieri è andato a casa della compagna di questo signore e ha lanciato delle molotov, rischiando di provocare un incendio e una tragedia.Noi non trascriveremo il nome dell’imputato, anche se tutti i giornali lo hanno scritto e hanno anche spiegato che è colpevole. Ci limitiamo a raccontare la storia. Anzi, quel poco che riusciamo a sapere della storia e delle accuse.Nel giugno del 2014 a Caivano, in provincia di Napoli, una ragazzina di sei anni, Fortuna Loffredo, vola giù da un balcone del sesto piano e muore. Si pensa a un incidente. Poi invece la polizia sospetta che sia omicidio. Fortuna abitava in un condominio molto grande e dove pare ci fosse un tasso alto di criminalità. I giornali sostengono anche che ci fosse un tasso alto di pedofilia. Chissà se è vero, o se è leggenda metropolitana. Dal punto di vista statistico è un fatto curioso che molti pedofili siano raggruppati in uno stesso edificio.Fatto stà che molti sospettavano di questo disoccupato che viveva lì con la sua compagna e con i figli suoi e della sua compagna. E sospettavano di lui perché qualche anno prima era successo un incidente simile ed era successo proprio alla bambina della compagna di questo signore. Che era morta anche lei cadendo da un balcone. Però sembra che all’epoca i due ancora non si conoscessero. E comunque nessuno fu indiziato di omicidio. I sospetti contro il disoccupato sono cresciuti quando, qualche mese fa, è stato accusato di molestie e violenza sessuale nei confronti della propria figlia. Una ragazzina di 12 anni. Ed è stato arrestato.Poi nei giorni scorsi la svolta sulla morte di Fortuna. Gli inquirenti ritengono di avere raccolto sufficienti indizi e di avere abbattuto quello che definiscono il muro dell’omertà. Come? Nessun adulto ha visto niente, ma hanno visto qualcosa tre bambini. E dopo un anno questi tre bambini hanno ricordato alcuni episodi, e lo hanno detto alla polizia e al magistrato che ha fatto scattare il mandato di cattura.Si sa talmente poco su questa vicenda, che è insensato dire se le accuse possono avere o no un fondamento. Anche se così, d’istinto, viene da osservare che se le prove stanno tutte nel racconto tardivo di tre bambini, beh, allora praticamente è un castello sull’acqua. Vi ricordate della famosa inchiesta sulle maestre di Riano, vicino a Roma, seppellite in una mare di fango e di orrore e poi assolte con formula strapiena? Ecco, magari proprio questo precedente - o se vi piace di più ci sarebbe il precedente del povero Girolimoni, annientato dalle calunnie quasi un secolo fa e poi riabilitato - avrebbe dovuto spingere a un po’ di prudenza.