Un incontro, quello di oggi tra il presidente Usa e la Cancelliera tedesca, che ha il sapore della Storia. Non è la prima volta che i due si incontrano, ma questa volta lo fanno con il mondo che vive il dramma dei profughi e dei migranti, un dramma che papa Francesco non ha esitato a definire il più grande dopo la Seconda guerra mondiale. La stretta di mano tra Merkel e Obama ha questo valore: di due grandi della terra che non vogliono dimenticare quel dramma. Lo fanno mentre in Austria vince l'estrema destra anti-migranti. Il messaggio del presidente Usa è chiaro, di appoggio alla Cancelliera. "Sui migranti - ha detto ospite nel castello di Herrenhausen - Merkel è dalla parte giusta della storia". Per Obama la Cancelleria deve essere "ammirata" per il suo impegno, e lo stesso vale per il popolo tedesco. "Sono - ha detto il numero uno della Casa Bianca - orgoglioso di voi".Sono due mondi quelli che oggi si scontrano. Da una parte l'asse Germania-Usa, dall'altra un'Austria sempre più chiusa. Il muro del Brennero, preso d'assalto dalle proteste dei centri sociali dell'Emilia Romagna, non è un episodio isolato. La vittoria dell'estrema destra  è il segno che quelle idee stanno vincendo nel Paese.Mentre l'Europa arranca nel trovare una politica comune, il viaggio di Obama nel Vecchio Continente ha sempre di più il valore di un supporto a chi non vuole arrendersi al razzismo, alle guerre, all'indifferenza. Le idee sulla politica internazionale il presidente Usa le ha ribadite in un'intervista alla Bbc: no all’invio delle truppe in Siria. La guerra in Siria è un problema di “enorme complessità” ma sarebbe un grave “errore” intervenire via terra. A nove mesi dalla scadenza del suo mandato Obama non tradisce la sua idea rispetto al modo di sconfiggere l’Isis: “Per risolvere i problemi di lungo termine in Siria, una soluzione militare da sola non serve, certamente non serve schierare truppe”. Gli Usa continueranno a “combattere l’Isis, a colpire località come Raqqa, a cercare di isolare alcune porzioni del Paese e in particolare quelle da cui partono i foreign fighters verso l’Europa”. La soluzione per Obama resta quella del “dialogo” e il potenziamento delle parti moderate in maniera tale che tutti “si siedano attorno al tavolo e cerchino una soluzione”.