E' uno tsunami senza precedenti che travolge la politica austriaca e che rischia di squadernare ii già fragili equilibri politici dell'Unione europea. L'estrema destra del Fpo trionfa infatti al primo turno delle elezioni presidenziali, raccogliendo il 37% di voti stando alle prime proiezioni. Un successo personale del suo leader Norbert Hofer che incassa i dividendi di una campagna elettorale tutta incentrata sulla paura e sullo spettro delle invasioni barbariche dei migranti. Talmente martellante e ossessiva la retorica xenofoba che ha influenzato anche le scelte dell'attuale governo di centrosinistra; la minaccia di costruire un muro al valico del Brennero per non far passare gli immigrati in territorio austriaco è figlia di questo clima avvelenato.Ma oltre al successo della destra anti-migranti, le elezioni austriache segnano un altro passaggio storico: l'esclusione dal ballottaggio del 22 maggio dei candidati delle due principali formazioni politiche del paese, popolari e socialisti entrambi fermi all'11% e superati persino dall'indipendente Irmgard Griss, finita al terzo posto con il 18%. In seconda posizione ci sono infatti gli ecologisti di Alexander van der Bellen che sfiora il 20%. Sarà lui a sfidare Hofer al secondo turno.