Come in parte prevedibile il prossimo referendum istituzionale è diventato motivo di scontro dentro il Pd. La minoranza non ha partecipato alla firma del quesito referendario a favore del sì depositato oggi in Cassazione. La motivazione è che lo avrebbero fatto per rispetto “istituzionale”, per “non trasformare il rereferendum in un plebiscito”. Ma Renzi ha subito regiato. In viaggio a Città del Messico ha detto: "Se qualche politico anche del partito democratico ha cambiato idea, noi non la cambiamo. Andremo a chiedere ai cittadini la loro opinione. C'è una parte che si oppone a tutto”. Le motivazioni della minoranza sembrano a tutti gli effetti una scusa. Secondo Cuperlo la mancata adesione alla richiesta è “una questione di logica ed eleganza. Penso sia giusto – ha detto Cuperlo - che siano le opposizioni ad avanzarla”.Le opposizoni già ieri hanno depositato le firme. Per Forza Italia, il senatore  Antonino D'Alì con Loredana De Petris di Sel, Vito Crimi per i 5Stelle, il leghista Gian Marco Centinaio e Cinzia Bonfrisco del gruppo di Fitto. Hanno raggiunto le 103 firme, ne bastavano 65. Centodieci quelle depositate dallla maggioranza. Resta la domanda se la minoranza pd farà mai campagna referendaria o se con la scusa del galateo continuerà a vivacchiare un po' qui e un po' lì. Renzi invece va come un treno. E le opposizioni, di destra e di sinistra, si giocano il tutto per tutto contro il governo.