Scrive Attilio Bolzoni, storico cronista giudiziario di Repubblica: «Meno male che in questi ultimi giorni è sceso in campo anche l Dubbio, quotidiano che ha come editore il Consiglio nazionale forense. Il primo scoop: le “confessioni” in aula del colonnello dei carabinieri Stefano Russo: “Così abbiamo organizzato lo show per Mafia capitale”. Peccato che, in aula, il colonnello abbia parlato d’altro». Che ne sa, Bolzoni, di cosa ha detto il colonnello in aula, visto che lui non era in aula quando ha parlato il colonnello?E’ probabile che Bolzoni riferisca ciò che gli ha detto un Pm. Del resto, tutto l’articolo (che occupa una intera pagina di Repubblica, e che torna ossessivamente sulla tesi secondo la quale il processo è in mano agli avvocati mentre l’accusa è maltrattata dalla stampa) ha l’aria di essere stato sollecitato da qualche Pm, forse un po’ deluso dalla piega che sta prendendo il dibattimento.Niente di male se la notizia te la da un Pm. Però va verificata. Un tempo, almeno, ci avevano insegnato così. Anche a Repubblica i cronisti, compreso il giovane Bolzoni (che allora era uno dei più brillanti giornalisti siciliani, quando fare il giornalista che scriveva di mafia era un mestiere molto complicato e anche pericoloso) erano stati abituati così.Invece stavolta Bolzoni si è fidato del suo informatore e ha scritto in polemica col Dubbio, addirittura accusandoci di aver propalato notizie false. Beh, la notizia che abbiamo dato non è falsa, e se vuole, Bolzoni, può ascoltare sul nostro sito on-line la registrazione della deposizione del colonnello Russo, nella quale si racconta come fu organizzata la campagna stampa per “mafia capitale”.Il nostro non era uno scoop. Era una informazione a disposizione di tutti.Beh, niente di grave. Solo un infortunio giornalistico. Capita. Colpisce che la vittima di questo infortunio sia un cronista bravo ed esperto come Bolzoni. Come può succedere? E’ solo il risultato di una abitudine che ormai dilaga. L’idea è che il giornalismo giudiziario sia semplicemente “resoconto” dell’attività e delle rivelazioni dei Pm e dell’accusa. E che questo servizio di resoconto sia un vero e proprio servizio civico. Doveroso per i giornalisti seri, e non abbia bisogno di scavo o di verifiche.Solo che così il giornalismo muore.